Otto chioschi nella Riserva Marina di Vasto, 14 associazioni insorgono: «Rinviate il Pan»

Otto chioschi nella Riserva naturale Marina di Vasto sono troppi. Un punto di ristoro ogni 350 metri dentro un’area protetta: sono 14 le associazioni a lanciare la nuova battaglia ecologista: Arci, Ciclo club Vasto, Italia nostra del Vastese, Club per l’Unesco, Casa del popolo La Conviviale, Club per l’Unesco Vasto, Gruppo fratino, Geav-guardie ambientali volontarie, Acqua nostra, Cai-sezione di Vasto, associazione sportiva Sulle orme dei Sanniti, comitato Amici degli alberi, Comitato civico ambientalista di San Salvo, Nordik walking Vasto, Vasto ciclabile. Stavolta l’obiettivo non è protestare contro la proposta di legge regionale, ma chiedere al Consiglio comunale di rimandare l’approvazione del Piano d’assetto naturalistico, lo strumento di pianificazione della gestione delle aree protette, da cui arriverebbe il via libera ai chioschi.

Vasto Marina: il sit-in di sabato scorso

«Le associazioni e i Comitati che il 24 maggio hanno manifestato contro l’invasione di punti ristoro lungo la Via Verde, la costa vastese e la riserva Marina di Vasto lanciano un appello alle forze politiche di maggioranza e di minoranza presenti in consiglio comunale affinché venga rinviata l’adozione del Pan (piano di assetto naturalistico) della Riserva Marina di Vasto, punto all’ordine del giorno dell’assise civica in programma mercoledì 28 maggio», si legge nel comunicato.

«Tale rinvio sarebbe opportuno per consentire la revisione del numero dei punti ristoro previsti lungo la pista ciclopedonale e il sito di interesse naturalistico (Sic). Come ampiamente ribadito nel corso del partecipato sit in, otto chioschi spalmati su una lunghezza di neanche tre chilometri di pista sono decisamente troppi, prefigurando una concentrazione di punti ristoro superiore a quella proposta nell’emendamento del consigliere regionale Nicola Campitelli. Cioè un punto ristoro ogni 300/350 metri. Marina di Vasto paga già lo scotto di una eccessiva antropizzazione dovuta alla presenza di residence, alberghi, campeggi e strutture ricettive. Non ci sembra opportuno aggiungere altro carico antropico».

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