Truffa ai danni della Asl per falsi rimborsi a malati, cinque condanne e un’assoluzione

Cinque assoluzioni e una condanna per truffa alla Asl Lanciano-Vasto-Chieti. Otto mesi di reclusione e la restituzione del denaro: li ha stabiliti il giudice monocratico del tribunale di Vasto, Rosanna Buri, nella sentenza di oggi sui 700mila euro di rimborsi sottratti ai pazienti con malattie renali. Una truffa che, secondo quando accertato nel processo di primo grado, sarebbe durata cinque anni ad opera di un dipendente dell’azienda sanitaria. L’uomo, morto nel 2021, avrebbe eseguito bonifici da migliaia di euro l’uno ad amici e parenti per poi farsi restituire i soldi di volta in volta.

Il palazzo di giustizia di Vasto

Per questo, con l’accusa di riciclaggio, tutti e sei erano finiti prima sotto inchiesta e poi a processo. Il funzionario Asl, invece, era accusato di peculato perché avrebbe sottratto rimborsi spese destinati ai nefropatici. Un errore aveva insospettivo un dirigente sanitario: gli accertamenti erano partiti da un codice Iban errato relativo a un’operazione. Così gli inquirenti avevano scoperto che le somme indebitamente percepite dal 2014 ammontavano a circa 700mila euro.

Il rinvio a giudizio era stato decretato a gennaio 2024 dal gup del Tribunale di Vasto, Anna Rosa Capuozzo. Oggi la discussione e la sentenza. Pubblica accusa rappresentata dalla pm Rosalia Torraco. Un solo assolto: «Il mio assistito – spiega Cieri – è stato scagionato per non aver commesso il fatto perché all’impiegato aveva fornito l’Iban sbagliato, segno – afferma il legale – della sua volontà di non ricevere il denaro. Inoltre si era fatto rilasciare dal dipendente Asl una dichiarazione liberatoria in cui si assumeva la responsabilità dei fatti». Gli altri cinque imputati sono stati condannati alla pena di otto mesi di reclusione e alla restituzione delle somme.

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