Angelo Radica ed Enzo Di Natale, rispettivamente presidente e responsabile della provincia dell’Aquila di Ali Abruzzo, chiedono che amministratori e sindaci siano di nuovo ascoltati se bisognerà rimettere mano alla legge regionale sulle aree idonee a ospitare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. La richiesta arriva all’indomani della sentenza del Tar del Lazio che ha censurato il decreto del Governo del giugno 2024 sulla scorta del quale, due mesi fa, la Regione ha legiferato dopo numerose audizioni, non senza tensioni.
«Con tutta probabilità il ministero dell’Ambiente dovrà riscrivere il decreto ministeriale a partire dai rilievi del Tar del Lazio, e la Regione approvare una nuova legge sulla base dei nuovi criteri – dicono Radica e Di Natale – È importante che nel percorso sia assicurato pieno ascolto ai sindaci e agli amministratori, a cominciare da quelli dei territori più sensibili e maggiormente coinvolti: penso ai Parchi, alle aree agricole come il Fucino e come quelle in cui si realizzano coltivazioni di pregio. Se è vero infatti che i giudici fanno avanzare la possibilità che ci sia una più ampia possibilità di installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile, occorre essere una volta di più attenti che la nuova configurazione sappia bilanciare gli interessi di produzione di energia green e di tutela paesaggistica. Noi pensiamo che secondo il Rapporto Ispra 2025 privilegiando aree industriali abbandonate, cave dismesse, parcheggi dei centri commerciali, delle aree industriali, pubblici e degli autogrill potremmo raggiungere l’80% degli obiettivi del Pniec al 2030. Per orientare gli impianti su queste aree andrebbero modulate diversamente le percentuali di aiuti pubblici aumentandole in queste zone. In questo modo riusciremmo a salvaguardare le aree naturalistiche e quelle che ospitano coltivazioni agricole di pregio».