San Salvo, la sfilata delle some e le sagnitelle: «una tradizione che va avanti dal 1745»

Un sabato di festa è questo per la città di San Salvo, svegliata prima dai fuochi d’artificio, e poi dalla banda musicale insieme ai suoni dei trattori. Poco dopo le ore nove, da viale Alcide De Gasperi è partita la tradizionale sfilata delle some e dei cavalli che hanno percorso le strade della città, per giungere poi in piazza San Vitale, dove il parroco, don Raimondo Artese, ha benedetto i trattori. La sfilata poi è proseguita lungo il percorso, con una moltitudine di persone ai margini delle strade per ammirarla. Nel frattempo, nella palestra di via De Vito, le donne e gli uomini di San Salvo erano intenti nella preparazione delle sagnitelle e del pranzo collettivo per l’intera comunità.

L’origine di questa tradizione è antichissima: pare risalga al 1745, quando giunsero a San Salvo, per volontà di papa Benedetto XIV e per intercessione del cardinale Carafa, le reliquie di San Vitale. Don Cirillo Piovesan nel suo libro La Città di San Salvo così scrive: «Dopo il rito solenne furono aperti i magazzini del palazzo badiale e distribuiti viveri a tutti. Per i poveri fu anche allestito un pranzo suntuoso, onorato dalla partecipazione dello stesso cardinale e delle autorità convenute. Il pranzo per i poveri a carico degli abati commendatari rimase una tradizione che si ripeteva tutti gli anni il 28 aprile, festa di San Vitale. Col passaggio del feudo in enfiteusi al Comune, esso divenne impegno lodevole delle famiglie più benestanti». Lo ricorda anche il parroco don Raimondo nell’intervista.

Quest’anno sono stati ammassati circa quattro quintali di farina per la preparazione delle sagnitelle, e circa otto quintali per la realizzazione di poco più di seimila taralli (lo scorso anno sono stati realizzati quasi diecimila taralli). Per il sugo, invece, preparato nella giornata di ieri, sono state donate dalla comunità più di seicento bottiglie di salsa, insieme all’olio e alla carne.

Foto di Antonino Dolce

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