Ottant’anni fa la Liberazione: «Fu la fine dell’angoscia e del terrore»

Un omaggio a tutti i simboli della Resistenza. Il corteo organizzato da Anpi e Comune di Vasto ha toccato ognuno dei luoghi del centro storico intitolati a coloro che hanno dato la vita per liberare l’Italia dall’oppressione nazifascista. Così stamattina le istituzioni e le organizzazioni combattentistiche e d’Arma hanno onorato l’ottantesimo anniversario della Liberazione.

La manifestazione è iniziata in piazza Rossetti con la deposizione dell’omaggio floreale alle vittime del nazifascismo, presso le edicole dedicate al professor Armando Ottaviano, al carabiniere Angelo Cianciosi, all’anarchico Antonio Cieri e all’aviere scernese Leonardo Umile. Il corteo ha raggiunto il Monumento ai Caduti, in piazza Caprioli, il Cippo ai Caduti del mare in via Adriatica e piazza Brigata Maiella.

«Questa giornata – ha detto nel suo intervento il sindaco di Vasto Francesco Menna – ci ricorda che sono passati ottant’anni dalla liberazione dal nazifascismo e dalla vittoria degli Alleati e dei partigiani, ma è soprattutto un monito per le future generazioni. Il 25 aprile è la fine della dittatura e di un patto scellerato tra Mussolini, Hitler e il Giappone, un accordo che fece vivere il mondo intero nell’angoscia e nel terrore delle camere a gas, dei deportati, dei torturati, dei campi di sterminio, delle stragi. Orrori che non si possono dimenticare».

«Siamo onorati di ricordare i cittadini che hanno lottato contro gli orrori del fascismo, difendendo la libertà e la dignità del nostro Paese. Un pensiero particolare va a Leonardo Umile, figlio della nostra Scerni, esempio di coraggio e resistenza. È nostro dovere non perdere la memoria e trasmettere alle future generazioni i valori che il 25 aprile rappresenta», aggiunge il sindaco di Scerni Daniele Carlucci.

«La Repubblica italiana e la Costituzione – per il vicepresidente dell’ Anpi Vasto, Massimiliano D’Onofrio- sono nate dalla lotta di liberazione partigiana e dalla Resistenza. Senza la scelta di tanti uomini e donne che in quei mesi drammatici di ottanta anni fa decisero di combattere, anche a costo della propria vita, contro la barbarie nazifascista, non ci sarebbe l’Italia di oggi. È un dovere civile e morale trasmettere alle giovani generazioni il significato di quegli eventi, contro il rischio di ogni revisionismo o sottovalutazione. Una responsabilità tanto più forte in questi giorni difficili. Viva la Resistenza. Viva la Costituzione».

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