Che la variante alla Statale 16 fosse un nervo scoperto difficilmente in grado di conciliare le posizioni in merito di Vasto e San Salvo è ormai cosa nota, ma che, nel 2025, faccia ancora trascendere i limiti del dibattito politico, seppur acceso, un pizzico di stupore lo suscita, ancor di più se si considerano la sede e il momento istituzionale.
Nel consiglio comunale di Vasto di oggi è stato scritto l’ennesimo capitolo della lunga storia della discussione intorno alla variante della Statale 16. L’opera è in valutazione al ministero dell’Ambiente e il Comune ha presentato le proprie osservazioni basate soprattutto sul rischio idrogeologico che interessa la collina di Montevecchio (preoccupazioni riaccese dagli ultimi allagamenti con blocco della Statale). Ma, al di là dei dubbi di natura tecnica, è ormai chiara la differenza di visioni tra le maggioranze dei due enti, con quella vastese che ritiene che i futuri benefici sul traffico si sentiranno soprattutto a San Salvo Marina (nonostante l’ok dell’ottobre 2024, oggi definito dal sindaco Francesco Menna «apertura condizionata» a una partecipazione dell’Anas in consiglio per spiegare i dettagli del progetto).

Tra coloro che in modo più acceso sostengono la posizione del “no” c’è l’ex vicesindaco vastese, ed esponente di lungo corso, Giuseppe Forte che nel suo intervento – evocando, rispetto al progetto in valutazione, un occhio di riguardo nei confronti di San Salvo da parte di Anas e Regione – ha usato termini e toni che in tempi di ipotesi di unioni territoriali fanno pensare piuttosto a distanze che aumentano.
«Vasto non ha diritto una variante – ha detto Forte – Cosa fanno i nostri rappresentanti della Regione? E i nostri parlamentari? Si piegano al volere dell’Anas. Tutti zitti e quieti, bisogna accontentare qualche amica che sta più a Sud. Quella strada fa comodo a chi sta più a sud di Vasto, non faccio né nomi, né cognomi, né indirizzi, lascio immaginare a voi».
«Noi dobbiamo dare 8 km del territorio per quell’asfalto da fare a monte della ferrovia, come se la ferrovia fosse un argine alle frane di Montevecchio. Noi dobbiamo fare tutto questo perché poi un comune a noi vicino, che tanto ci ama… A proposito ho saputo che il Comune di San Salvo ha chiesto di acquistare l’appartamento di Palazzo d’Avalos per metterci un ufficio di rappresentanza del comune… Noi dovremmo sottostare alla volontà di questo comunello che sta sotto di noi perché dobbiamo soddisfare le loro esigenze».

«Loro eliminano il traffico dalla costa arretrandolo nella zona industriale, dove solo loro sanno quali grandi interessi gravitano da quelle parti, quali grandi gruppi agiscono in quell’area, non lo voglio nemmeno immaginare. Noi dovremmo stare zitti e quieti. Noi, invece, vogliamo la variante autentica alla statale 16», ha continuato prima di attaccare il presidente della Regione, Marco Marsilio («console romano»), e l’assessora alle Attività produttive, Tiziana Magnacca («assessore più potente del poltronificio di Marsilio»).
Mentre dalla maggioranza nessuno ha pensato di richiamare Forte all’uso di una terminologia più adatta, Vincenzo Suriani (Fratelli d’Italia) nel proprio intervento ha esordito dicendo «Anche quando e qualora avesse ragione, lo dice in modo talmente sgraziato e provocatorio che passa automaticamente dalla parte del torto. Definire una città di 21mila abitanti, “comunello”, poi “console”, “poltronificio”… toglie di fatto qualsiasi senso a questa discussione, diventa un attacco politico gratuito senza senso».
Il consiglio comunale e l’intervento di Forte (dal min. 1.39.00)
Tailleur sempre impeccabile e udite udite presenziava nell’ultima processione accanto al Sindaco Menna e il Marchesani, che bastava vedere le loro facce per capire tutto….bravo Peppino dai una STRIGLIATA ai tuoi perchè mi sa che si sono adagiati sugli allori, ma non sanno che la Salvanese si presenterà a carica di Sindaco della città del Vasto…Nostradamus ndr
Al Suriani consiglio di fare un ripassino sui libri di prima elementare per sapere che con 20000 abitanti di cui 8000 solo di facciata o comodità è considerato un Paesello……
SVEGLIAAA MAGGIORANZA DI VASTO, SVEGLIAAAA !!!
BRAVO PEPPINO! BRAVO.
Livelli politica nostrana sempre piu’ bassi.
Completamente d’accordo con le considerazioni di Forte. La soluzione portata avanti in modo strisciante da ANAS e praticamente non osteggiata dal centrodestra vastese (se non con alcune uscite contingenti e di facciata), è quanto di più inutile sul piano funzionale e quanto di più deleterio sul piano della programmazione territoriale di Vasto e del suo entroterra possa essere concepito. Maggioranza di centrosinistra spesso ondivaga (prima “no”, poi strano “si”, poi “si” condizionato), rappresentanti di centrodestra (opposizione locale e maggioranza regionale e nazionale) tesi alla polemica da cortile e imbarazzanti per inconcludenza e sottomissione a ragioni di partito, piuttosto che orientati al bene del territorio di cui sono espressione. C’è voluto il richiamo al buonsenso di due storici rivali come Tagliente e Forte, che amano indiscutibilmente la città, per avviare un dibattito politico quantomeno animato, come la situazione richiede. La mancata considerazione delle istanze di Vasto è figlia dell’infimo livello della classe politica vastese che, da quando si è chiuso l’ombrello della Democrazia Cristiana di Gaspari che decideva per tutti (quello era il quadro storico), non ha più saputo esprimere figure che avessero visione e capacità di programmare l’assetto della città e del comprensorio, condannandolo ad una progressiva recessione e perdita di rilievo e ora volano gli stracci, con le parti politiche che sembrano i capponi di Renzo: si beccano tra loro mentre vanno a morire. Peccato che a finire in pentola per questi atteggiamenti saranno anche Vasto e il suo territorio. Vergogna e delusione.