Stellantis, dazi e scadenza della cassa integrazione preoccupano, si cercano certezze

Il primo trimestre del 2025, se confrontato con lo stesso periodo del 2024, fa registrare per la Stellantis di Atessa un calo produttivo del -24,2% con 49.367 unità uscite dalla fabbrica. Un inversione di tendenza che pur non sorprendendo – considerato l’ampio ricorso agli ammortizzatori sociali ormai da quasi un anno – disegna un netto divario con il dato del 2024 quando lo stabilimento della Val di Sangro era l’unico insieme a Pomigliano in crescita.

La situazione è poi radicalmente cambiata dal giugno 2024, quando ci fu il primo ricorso alla cassa integrazione ordinaria. E proprio questo primo anniversario in arrivo che preoccupa sindacati e maestranze. Ad oggi, l’ultima proroga sposta il periodo di copertura fino all’11 maggio, ma sicuramente, a breve arriverà un’ulteriore allungamento, l’ultimo.

A giugno, dopo un anno di applicazione, infatti, terminerà la possibilità di usufruirne e questa circostanza, insieme allo scenario internazionale, preoccupa non poco i rappresentanti dei lavoratori.
«I dazi – sottolinea, in un comunicato, il comitato esecutivo della Rsa – potrebbero avere un impatto devastante sulle nostre produzioni, creando aumento dei costi e perdita di competitività sul mercato internazionale, con ripercussioni pesanti, anche se indirettamente, anche per il nostro stabilimento».

Il furgone elettrico

«Per noi della ex Sevel, nel mese di giugno finirà l’uso della cassa integrazione ordinaria attualmente richiesta dall’azienda. La scadenza di questo ammortizzatore sociale, rappresenta un pericolo per i posti di lavoro, pertanto urge avviare un confronto con Stellantis per individuare altri strumenti già sperimentati in altri stabilimenti anche per alleggerire il ricorso alla cassa integrazione ed evitare una crisi occupazionale».

Di recente, il management ha stabilizzato i lavoratori in staff leasing, decisione che il comitato ritiene «un passo positivo», sul futuro, «Chiederemo a breve un incontro alla direzione Stellantis Atessa per individuare nuovi ammortizzatori sociali e discutere anche di separation, fermo restando la volontarietà, i diritti dei lavoratori e le loro esigenze. È necessario un intervento tempestivo e risolutivo per evitare ulteriori difficoltà pertanto, unitamente alle segreterie territoriali, chiederemo alla direzione Stellantis Atessa un incontro specifico per avere un quadro generale sulla cassa integrazione e sulla situazione produttiva e occupazionale dello stabilimento».

Una linea produttiva dello stabilimento di Atessa

Della situazione e delle incertezze sullo stabilimento atessano parla anche la Fim Cisl che, oltre all’elettrico (riguardo al quale John Elkann ha annunciato nuove produzioni dal 2027, LEGGI), cita anche un’eventuale produzione di veicoli a idrogeno: «Lo stabilimento abruzzese deve continuare a mantenere la leadership nei veicoli commerciali all’interno del gruppo Stellantis; pertanto, la produzione italiana deve essere continuamente protetta e rafforzata. Dopo mesi che attuavamo forme di pressioni verso Stellantis finalmente abbiamo ottenuto le stabilizzazioni dei 94 lavoratori in staff leasing presenti da vari anni. Questo rappresenta un positivo segnale di ricambio generazionale che stiamo auspicando per tutti gli stabilimenti italiani. Sempre nella logica di rafforzamento, lo stabilimento di Atessa oltre all’elettrico potrebbe produrre veicoli commerciali con la propulsione a celle a combustibile a idrogeno». 

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