Risorse insufficienti e incoerenza dell’asessora regionale alle Attività produttive, Tiziana Magnacca. A denunciarlo dopo l’annuncio dell’accordo Fsc per 20 milioni di euro per le zone industriali è Gianni Cordisco, responsabile Economia e infrastrutture del Pd Abruzzo.
L’accordo prevede per la zone industriali di Vasto, San Salvo e Val Sinello 5,4 milioni di euro. Secondo l’analisi di Cordisco, ex membro del cda Arap, servirebbero 100 milioni per le necessità delle zone industriali abruzzesi, almeno 40 per le situazioni più gravi.
«La situazione delle aree industriali abruzzesi versa in condizioni critiche, frutto di anni di abbandono e mancati investimenti – scrive Cordisco in un articolato comunicato stampa – Nel tempo hanno lanciato l’allarme le lavoratrici e i lavoratori, le associazioni di categoria, i sindacati e gli stessi operatori economici del territorio, che denunciano una diffusa carenza di infrastrutture adeguate, servizi inefficienti e una generale mancanza di attrattività per nuovi investimenti. Vi sono più buche che punti luce».
«Le zone industriali, che rappresenterebbero un motore fondamentale per lo sviluppo economico e l’occupazione della regione, si trovano spesso a fronteggiare problemi infrastrutturali significativi, tra cui strade dissestate, reti energetiche obsolete, connettività internet inadeguata e mancanza di servizi di supporto alle imprese. Questa situazione compromette la competitività delle aziende esistenti e scoraggia l’insediamento di nuove realtà produttive, con gravi ripercussioni sul tessuto socio-economico abruzzese».

«L’Arap nel corso degli anni ha sempre richiesto alla regione fondi per le manutenzioni ma Marsilio ha sempre preferito le sagre e il Napoli calcio. L’assessore Magnacca da sindaco e pretoriana della peggiore destra regionale ha ritenuto a più battute che non fosse la regione ma l’Arap a doversi occupare di manutenzioni ignorando o facendo finta di non sapere che la spese, per legge e regolamento, erano al 100% a carico delle imprese. E le aziende in questi anni di assenza hanno pagato cifre enormi per una modestissima copertura delle buche in assenza dei fondi regionali».
«Oggi questi fondi smentiscono la stessa Magnacca e rendono evidente la mala gestione di Marsilio degli ultimi 70 mesi che ha usato l’ente più per le feste che per cose utili. Nonostante la consapevolezza della gravità della situazione, le risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (Fsc) finora allocate per la riqualificazione e il rilancio delle aree industriali appaiono del tutto insufficienti a colmare il gap accumulato negli anni. Gli interventi finanziati, pur lodevoli, risultano spesso parziali e frammentati, incapaci di innescare un vero e proprio cambio di passo».
«Già nel 2021, poi nel 2022 e nel 2023 e nel 2024 l’ente stimava le opere necessarie in circa 100 milioni. Servirebbero almeno 40 milioni per tamponare le situazioni più gravi e almeno 15 milioni per l’ammodernamento degli impianti. Di quella somma oggi ne stanziano appena 20 milioni che tra spese generali e tecniche, sfalcio dell’erba, noleggio di mezzi, ripristino di qualche canale, metteranno a terra pochissimi metri di asfalto per zona. Cercano, in sostanza, di mettere il trucco a vecchie e decadenti aree industriali. Di queste risorse, dato emblematico, il 70% della UT 6 saranno destinate a San Salvo (città dell’assessore) e somme simili nei centri prossimi al voto».

«Le parti sociali e gli operatori economici sollecitano quindi la Regione e il Governo nazionale a una maggiore attenzione e a un impegno finanziario più consistente attraverso i fondi Fsc e altre linee di finanziamento. È necessario un piano strategico di lungo termine che preveda interventi infrastrutturali prioritari, la digitalizzazione dei servizi, incentivi per l’innovazione e la sostenibilità ambientale, e misure concrete per attrarre nuovi investimenti e sostenere le imprese esistenti. Pensiamo che la giunta D’Alfonso stanziò dieci volte queste risorse, poi disperse dalla destra, per migliorare il tessuto produttivo e infrastrutturale: oggi 20 milioni sono un funerale politico a confronto, non una risorsa».
«Preoccupazione e sconcerto è espresso anche dai sindaci dei nuclei minori che restano con zero risorse in barba all’incentivo per gli operatori che coraggiosamente operano nei piccoli centri e che pagano somme altissime di insediamento a fronte di zero investimenti pubblici. E sconcertante anche l’assenza di interventi sulle aree di Chieti-Pescara, segno dell’altro fallimento della linea dell’assessore che voleva unire i nuclei nella fantomatica good company Aruap e che evidentemente è stata smentita dalla realtà e dalla sua maggioranza».
«In definitiva raccogliamo due dati utili: 1, poco è meglio di nulla ma poco è poco: parliamo di poche migliaia di euro di asfalto per area; 2, finalmente la Regione attesta che senza risorse regionali, finora negate, non si possono scaricare sulle aziende decine di milioni di euro di manutenzioni come previsto da regolamento e legge e sarà imbarazzante sapere che costerà più la comunicazione che la realizzazione di opere utili».