Assolto perché il fatto non sussiste. La Corte di appello di Salerno mette la parola fine alla vicenda del colpo d’arma da fuoco esploso da un poliziotto in servizio al commissariato di Vasto contro un’auto scambiata per quella dei rapinatori della gioielleria “Sarni Oro” all’interno del centro commerciale “Insieme” di San Salvo.

L’agente Angelo Di Pardo era accusato di tentate lesioni. I fatti risalgono al 7 febbraio 2019, quando un commando armato di kalashnikov e spranghe assaltò il punto vendita del centro commerciale portando via un cospicuo bottino. Scattò subito un’importante caccia all‘uomo con numerose unità delle forze dell’ordine impegnate nelle ricerche.
Un’auto civetta della polizia, una Fiat Punto, con a bordo Di Pardo e condotta da un collega intercettò e inseguì per un breve tratto in via Mediterraneo a Petacciato un’Audi A4 di colore scuro con a bordo due giovani del posto; il veicolo era molto simile a quello usato dei malviventi. Per questo, dopo averla affiancata, Di Pardo esplose un colpo di pistola che colpì il bordo inferiore dello specchietto per poi conficcarsi nella lamiera esterna della portiera.
Sin da subito si registrarono contrasti nelle versioni dell’accaduto, soprattutto sul fatto che fosse stato intimato l’alt all’auto dei giovani.

L’agente del commissariato è stato condannato in primo grado dal tribunale di Larino a 9 mesi, la pena è poi stata ridotta a 6 mesi dalla Corte d’Appello di Campobasso, mentre la Cassazione si è pronunciata con un annullamento della sentenza e rinvio alla Corte d’Appello di Salerno. I magistrati di quest’ultima (Antonio Sicuranza presidente e Pietro Giocoli e Ubaldo Perrotta consiglieri) oggi si sono quindi pronunciati con la sentenza di assoluzione.
Tra gli elementi evidenziati dal perito della Procura di Salerno c’è il fatto che dei 18 colpi nel caricatore ne fosse stato esploso solo uno. È stato poi tenuto conto della scriminante dell’esercizio del dovere.
Il legale di Di Pardo, l’avvocato Fiorenzo Cieri, commenta positivamente l’esito di una vicenda che all’epoca suscitò grande clamore considerato anche il pericolo corso dai due giovani a bordo dell’Audi, estranei alla rapina: «Esprimiamo una grande soddisfazione. È stata fatta giustizia al termine di un processo non facile in cui sono stati applicati istituti giuridici complessi. La condotta non è stata ritenuta idonea a ledere uno degli occupanti».