«Dall’esame delle mappe di sensibilità per l’avifauna emerge che i territori dei comuni di Schiavi di Abruzzo e Celenza sul Trigno rientrano in zona ad elevato rischio, campite in rosso pertanto i sei aerogeneratori (pale eoliche) del progetto Schiavi 2 in fase di autorizzazione presso la Regione Abruzzo, ricadono in zona rossa, no go areas, area vietata a tutela dell’ambiente, dell’ecosistema, del paesaggio e dei beni e siti a valenza storico documentaria ed etonografica. Risulta così, oggettivamente dimostrato, che la loro installazione non può essere autorizzata». Lo sostiene Antonio Di Pasquale, perito industriale e consulente tecnico noto per la battaglia contro l’elettrodotto Villanova-Gissi. Ora interviene sul possibile impianto eolico dell’Alto Vastese. «Per il rischio molto elevato (rosso), si ritiene che lo sviluppo dei suddetti impianti comporti un rischio molto elevato per le popolazioni di uccelli. Le aree ad alto rischio vanno considerate no go areas, cioè aree interdette allo sviluppo di impianti eolici».

«Le mappe di sensibilità (ovvero del rischio) per l’avifauna, frutto di una sinergia tra le organizzazioni BirdLife International; Lipu; Otop; Ispra e tanti altri professionisti, sono uno strumento efficace per lo sviluppo degli impianti ad elevato impatto ambientale e paesaggistico quali parchi eolici e linee elettriche in altissima tensione tenendo conto della protezione delle specie di uccelli a rischio di estinzione che volano a bassa quota o che si trovano lungo le rotte migratorie».
«A questo punto – conclude Di Pasquale – considerato quello che purtroppo accade sul territorio, è lecito chiedersi: le suddette mappe di sensibilità vengono considerate da chi si occupa di pianificazione territoriale e/o da chi è preposto ad autorizzare i suddetti detrattori ambientali? Ai posteri l’ardua sentenza».