Giornate umanistiche, Mancuso cattura l’attenzione di studenti e pubblico

Vito Mancuso cattura l’attenzione del pubblico dell’auditorium del polo liceale Pantini-Pudente rispondendo a tante domande degli studenti. Libertà di vivere: è l’argomento della terza e ultima delle Giornate umanistiche. Dodicesima edizione incentrata sul tema La caverna. La libertà tra realtà e apparenza.

L’ultimo appuntamento della tre giorni è introdotto dalla dirigente scolastica, Anna Orsatti, e dai professori Rosita Paganelli e Davide De Camillis. Il teologo autore di tanti best seller inizia invitando a guardare la solitudine sotto un diverso punto di vista: «Platone diceva che il pensiero è parlare con se stessi, trovare cinque minuti di solitudine di sé con sé, che non vuol dire isolarsi. E chiedersi: chi voglio essere? Se fossi una statua, come mi raffigurerei? Se fossi una musica, come mi suonerei?».

«La nostra vera natura ci fa capire quanto siamo piccoli, ci fa sentire sbagliati, ma è quello che ci fa cambiare». Nella libertà bisogna «capire che esistono ostacoli, non è una cosa che prendo lì. Esiste anche una libertà da se stessi. Fare quello che si vuole è una concezione arbitraria della libertà. Il principale ostacolo è dentro di noi, si può chiamare ignoranza, stupidità, egoismo».

Alla domanda sul mondo degli influencer e su quanto siano in grado di condizionare i comportamenti dei giovani, risponde con un concetto più ampio: «Ci sono influenze positive e negative. Non potremmo essere quello che siamo senza influenze. Il fatto di ricevere influenze non significa che non siamo liberi», però «a volte le persone smettono di essere se stesse e recitano. Imitano gli altri per essere nel gregge». «La libertà è sempre stata minacciata nel mondo. Socrate fu ucciso, Gesù fu ucciso, Confucio fu mandato in esilio, Falcone e Borsellino li hanno fatti saltare per aria. A loro dobbiamo la libertà».

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