«Grande Pescara, opportunità di innovazione». Vastese diviso rischia di essere sempre più periferico

Sarà una città che sfiorerà i 200mila abitanti. La Grande Pescara nascerà nel 2027 unendo Pescara, Montesilvano e Spoltore. L’unione amministrativa fa la forza anche dal punto di vista economico, secondo Confindustria Chieti-Pescara. «Nuova Pescara non è una semplice diminuzione dei costi e una semplificazione amministrativa – ha detto al Sole 24 Ore Silvano Pagliuca, presidente di Confindustria Abruzzo Medio Adriatico – ma piuttosto un hub all’interno del quale declinare le eccellenze dei singoli territori. È il modo migliore per affrontare temi quali mobilità sostenibile, turismo, agricoltura urbana e filiera agroalimentare cavalcando i mega trend dell’innovazione tecnologica».

Mentre l’area metropolitana di Pescara ha deciso il suo destino nel segno dell’unità con il favore del settore produttivo, che conta oltre 20mila imprese, nel Vastese si discute ormai da mezzo secolo di un’unità su cui, fino ad oggi, sono sempre prevalsi i campanilismi. A dicembre era stata Carla Zinni, assessora comunale a Casalbordino, a lanciare un’idea che superasse anche l’ormai proverbiale Piano Kurokawa, redatto ciquant’anni fa dall’urbanista giapponese incaricato di redigere il Piano intercomunale Vasto-San Salvo.

Una proposta che, nei mesi scorsi, cominciava a trovare i primi consensi trasversali. Il sindaco di Vasto, Francesco Menna (Pd), invitava a superare i campanilismi per creare la Grande Vasto con i comuni che se la sentano di entrare in questa grande famiglia.

Forza Italia, tramite il vice segretario provinciale Massimiliano Zocaro, aveva raccolto e rilanciato allargando l’orizzonte anche al Basso Molise.

Ad oggi, nel Vastese si rimane ancora nel campo delle ipotesi e del dibattito politico. Pescara, invece, si ingrandisce e conterà sempre di più, catalizzando finanziamenti e servizi per una città dal 2027, avrà un sesto degli abitanti dell’intera regione. Il Vastese, frazionato dai particolarismi, rischia di diventare sempre più periferico.

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