John Ekann a rapporto in Parlamento. Il numero uno della Stellantis, domani 19 marzo, sarà audito dalle commissioni Attività produttive riunite di Camera e Senato. Nel primo pomeriggio è in programma l’audizione informale del presidente del gruppo sulla produzione automobilistica in Italia. L’incontro è stato a lungo rincorso dai rappresentanti delle commissioni, ma Elkann ha rifiutato negli scorsi mesi l’invito del presidente Alberto Luigi Gusmeroli (Lega).

L’audizione arriva dopo un anno di forte difficoltà. Il 2024 si era aperto, con una certa dose di fiducia, con la visita dell’ex amministratore delegato Carlos Tavares nello stabilimento in Val di Sangro, ma si è chiuso con un bilancio a tinte fosche.
Le criticità non hanno risparmiato il sito atessano. Dal giugno dell’anno scorso gran parte della forza lavoro è interessata dal massiccio ricorso alla cassa integrazione. L’ultima proroga estende l’ammortizzatore sociale al 13 aprile.
L’andamento con il freno a mano tirato è testimoniato d’altronde dai freddi numeri: nel 2024 sono stati prodotti 38.280 furgoni in meno rispetto all’anno precedente, dato negativo ancor più palese se si considerano i livelli pre Covid, quando si producevano circa 100mila unità in più.
Il nuovo anno per il gruppo non si è aperto con un cambio di rotta: le immatricolazioni registrano un calo del 15% – se confrontato con lo stesso periodo di un anno fa – e la quota di mercato è scesa dal 33,9% al 30,7%.
Una notizia positiva, tornando al sito abruzzese, è arrivata nei giorni scorsi con l’annuncio dell’accordo raggiunto con la Iveco. La Stellantis di Atessa sarà uno degli stabilimenti che produrrà due nuovi veicoli elettrici. La produzione dovrebbe iniziare entro la metà del 2026 e si protrarrà per dieci anni. La reale portata dell’accordo è ancora tutta da vedere, soprattutto per quanto riguarda i volumi produttivi considerando la frenata dell’elettrico a livello globale e la condivisione della commessa con Gliwice (Polonia) e Hordain (Francia).
Dall’audizione di Elkann – maggior azionista del gruppo con il 15% tramite l’olandese Exor – sono quindi attese fondamentali indicazioni per il futuro dell’attività in Italia (ormai il traguardo del milione di veicoli sembra uno sbiadito ricordo) che coinvolge decine di migliaia di lavoratori tra stabilimenti di proprietà e indotto. Anche in Molise c’è attesa, considerata la retromarcia subita dal progetto di riconversione della ex Fiat di Termoli in una Gigafactory che avrebbe dovuto sfornare le batterie per i veicoli elettrici.
Anni e anni di super profitti, anni e anni di incentivi per l’acquisto di auto (incentivi alla vendita di quelle auto), anni di casse integrazioni, anni di lavoratori sottopagati, anni senza l’applicazione di un CCNL, anni e anni di dirigenti iperpagati … anni e anni di minima spesa massima resa, e oggi piangono miseria davanti a chi li ha foraggiati fin nel midollo. L’imprenditoria italiana ha solo un problema, i furbetti a danni di una popolazione di operai che si fa un mazzo tanto per portare a casa una miseria. Se fossimo un popolo vagamente più unito compatto e serio, avremmo fatto peggio di quanto fece la rivoluzione francese … e invece… ci strappiamo da soli le penne di dosso come si fa come un pollo nato per finire al forno…