È stata inaugurata stamattina la Pet Tac dell’ospedale di Chieti, la prima installata all’interno della Medicina nucleare. Si tratta di un’attrezzatura attesa da molti anni. Presenti per l’occasione Gianluigi Martino, direttore dell’Unità operativa, Mauro Palmieri, nuovo direttore generale della Asl, il presidente Marco Marsilio, l’assessora alla Salute Nicoletta Verì, il sindaco Diego Ferrara, l’Arcivescovo Bruno Forte e il Rettore Liborio Stuppia.

Acquistata per 3.2 milioni di euro attraverso il Fondo per lo sviluppo e la coesione, l’United Imaging uMI 550 consente l’alta qualità dell’immagine in oncologia, cardiologia e scansione neurologica. Questo sistema utilizza il flusso di lavoro basato sull’intelligenza artificiale e la ricostruzione delle immagini in base ai dati totali del corpo.
La Pet è un apparecchio che combina la sensibilità della Pet con la precisione anatomica della Tac, ed è diventata strumento fondamentale, specie in oncologia, nella diagnosi precoce, stadiazione e monitoraggio delle terapie, permettendo di personalizzare i trattamenti in base alle caratteristiche biologiche di ciascun paziente. Per eseguire l’esame è necessario inoculare al paziente particolari radiofarmaci, di cui quello maggiormente utilizzato è uno zucchero radioattivo, l’F18-FDG, perché la maggior parte degli istotipi tumorali se ne alimenta.
Non ci sono controindicazioni e può essere eseguito su tutti i pazienti, nei bambini e anche in quelli allergici al mezzo di contrasto o con grave insufficienza renale che non possono eseguire una Tac. La quantità di radiazioni assorbita dai pazienti che eseguono una Pet è identica a quella di una Tac con mezzo di contrasto o inferiore, quando si usa una tecnologia di ultimissima generazione come quella di Chieti. .

«Grazie alle immagini di altissima qualità ottenute – spiega la Asl – l’apparecchio permette di ricavare informazioni accurate nei malati di cancro, nei pazienti neurologici con demenza, nei soggetti cardiopatici che hanno avuto un infarto. Ecco le possibilità di applicazione: in ambito oncologico per diagnosi precoce di nuove localizzazioni del tumore primitivo, indicazioni sulla migliore strategia terapeutica e monitoraggio della risposta al trattamento, ricerca di tumori occulti con metastasi da lesione primitiva; in ambito neurologico è strumento prezioso per diagnosi precoce e accurata di malattie neurodegenerative, come Alzheimer, Parkinson, e varie forme di demenza; in ambito cardiologico, infine, viene impiegato nello studio della vitalità miocardica e in caso di endocarditi e infezioni. Al di là delle applicazioni cliniche, l’uso della nuova tecnologia comporterà vantaggi in termini di riduzione dei tempi di attesa e di degenza, oltre che della mobilità passiva, senza trascurare il miglioramento dell’offerta delle prestazioni diagnostiche e la riduzione della radioesposizione dei pazienti grazie al tomografo che utilizza dosi ridotte di radiofarmaco».