Se in consiglio comunale non si trova l’unanimità, si dia la parola ai cittadini. Sinistra Civica Ecologista, lista a sostegno di Fabio Travaglini alle Amministrative del 2022, ricostruisce la storia dell’ex Particella 18 e propone la condivisione della scelta con la cittadinanza.
«Facciamo un po’ di storia. Partiamo dagli anni ’50, quando l’allora amministrazione comunale di sinistra, intraprese una lunga battaglia legale per acquisire diversi ettari di terreno illegalmente occupati senza titolo. Nello specifico: i 27 ettari in contrada Prato, il terreno sul quale oggi insiste il parcheggio tra il Poseidon e la nuova piazza/anfiteatro, il terreno dove è stata realizzata la darsena interna del porticciolo turistico e e infine l’ormai nota Particella 18».

«Il contenzioso si chiuse definitivamente alla fine degli anni ’90 quando l’allora amministrazione, anch’essa di sinistra, riuscì non solo a riacquisire tutti i terreni sopracitati ad uso civico, ma ebbe la lungimiranza di far assegnare loro un’interpretazione più moderna rispetto alla tradizionale: “… un diritto di godimento collettivo che si concretizza, su beni immobili, in varie forme (caccia, pascolo, legnatico, semina), spettanti ai membri di una comunità, su terreni di proprietà pubblica…”. E solo grazie a quell’innovativa interpretazione che fu possibile realizzare il parcheggio e la nuova darsena… ossia delle strutture di interesse pubblico e quindi a disposizione di tutti i cittadini di San Salvo».
«Ma veniamo ad oggi. Non vogliamo fare lezioni di urbanistica né perderci in tecnicismi. Ma una domanda sorge spontanea: San Salvo ha davvero bisogno di un grattacielo di 65 metri sulla spiaggia? Ci raccontano che servirà a rendere la città più attraente per il turismo, ma la realtà è un’altra: un complesso con appartamenti e strutture ricettive a ridosso del mare non crea turismo, vende soggiorni stagionali. E chi ci guadagna? Pochi, a discapito di tutti. E poi? Per sostenere questa costruzione servirebbero nuove strade, parcheggi, servizi… quindi altro cemento, altro spazio tolto alla comunità. E in inverno? Un complesso vuoto, senza alcuna utilità per la città».

«Ci raccontano che la vendita servirebbe a coprire le spese per ultimare l’ammodernamento del lungomare Nord. Ma non basterebbe incassare gli oneri di urbanizzazione del colosso Amazon (circa 10 milioni) che non è ancora del tutto chiaro che fine abbiano fatto? San Salvo ha bisogno di un altro modello di sviluppo. Il turismo si può incentivare senza sacrificare il territorio».
«Ci sono alternative concrete, sostenibili e utili tutto l’anno: un villaggio ecosostenibile, con bungalow immersi nel verde e integrati al biotopo costiero, un hub per gli sport acquatici e le attività all’aperto con collegamento alla ciclabile della Via Verde, un’area camper moderna e attrezzata per accogliere turismo di qualità senza colate di cemento, un’area eventi funzionale che non tolga parcheggi e possa ospitare manifestazioni tutto l’anno. Tutte soluzioni che porterebbero benefici senza svendere un pezzo di città alla speculazione edilizia».
«Chi decide? Otto consiglieri hanno detto sì, tre si sono astenuti. Ma davvero basta così poco per vendere un bene della comunità a pochi, senza chiedere alla città cosa ne pensa? Referendum cittadino sulla destinazione della Particella 18. Se si tratta di un’area pubblica, allora sono i cittadini che devono scegliere. San Salvo non ha bisogno di un palazzone sulla spiaggia. Ha bisogno di idee migliori, di scelte condivise e di un futuro che rispetti il territorio».