Agricoltori in corteo il 1° marzo: «Balzelli, danni non risarciti e gasolio sempre più costoso»

La data è il 1° marzo. Alle 9 si ritroveranno coi trattori in contrada Saletti, ad Atessa. Ritrovo in piazza Abruzzo per far scattare la nuova protesta degli agricoltori. Torneranno a manifestare se mesi e mezzo dopo il corteo inscenato a Vasto alla vigilia di Ferragosto.

Chiederanno lo «stop al quaderno di campagna. Un ulteriore balzello burocratico ed economico sugli agricoltori. Bruxelles promise di ridurre la burocrazia, ma il governo italiano con un anno di anticipo istituisce uno strumento inutile e dispendioso per le nostre aziende»; «l’esclusione del gasolio dal sad (registro sussidi ambientalmente dannosi). Tale posizione vorrebbe che, a partire dal 2027, cessassero le agevolazioni sulle accise del gasolio agricolo, una componente che già oggi erode mediamente oltre il 15 per cento del fatturato aziendale. L’eliminazione di tale agevolazione porterebbe questa voce di costo quasi al 25 per cento».

Febbraio 2024: corteo di trattori a Fossacesia

«La crisi del settore richiede una rivisitazione della Pac (politica agricola comunitaria), un ricollocamento delle risorse in favore di chi coltiva i campi. L’Italia è il quarto paese europeo a beneficiare dei fondi comunitari. Oltre 10 miliardi di euro sono stanziati sui Psr, che vengono amministrati dalle Regioni, ma la loro gestione ad oggi è alquanto discutibile e, anziché assicurare lo sviluppo del territorio e la tenuta del reddito degli agricoltori, è diventata strumento di sostegno dell’industria e affini».

«Chiediamo alla politica regionale di riconoscere lo stato di crisi del settore, aprire un tavolo istituzionale sulle varie problematiche, tavoli dove a sedere non siano solo le sindacali, ma anche gli agricoltori, ovvero quelli che vivono sulla loro pelle la crisi di settore».

Vogliono, inoltre, che si apra una discussione sui ristori dei danni causati dalla peronospora nella campagna agricola 2023, ma anche «aprire un dibattito sul cambiamento climatico. Un fenomeno che rischia di mettere in ginocchio migliaia di aziende», ma «il nostro settore, dai dati Eurostat, è responsabile solo per il 10 per cento delle emissioni di gas serra in Ue». Infine «stop alla gestione selvaggia dei Consorzi di bonifica, maggiore attenzione nell’impiego delle risorse idriche».

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