Vasto ricorda Tommaso Saraceni, vittima del massacro delle foibe. «Odio e vendetta generano violenza»

Una corona d’alloro depositata davanti alla targa commemorativa di Tommaso Saraceni, finanziere vastese vittima dei massacri delle foibe. Così a Vasto è stato celebrato il Giorno del Ricordo, in memoria dell’esodo istriano, fiumano, dalmata e di tutti gli italiani perseguitati, uccisi dai partigiani di Tito e gettati nelle foibe, cavità carsiche naturali utilizzate come fosse comuni durante la Seconda Guerra Mondiale.

Le associazioni combattentistiche e d’Arma, i rappesentanti delle forze di pubblica sicurezza, i parenti di Saraceni, il sindaco, Francesco Menna, il presidente del Consiglio comunale, Marco Marchesani, il consigliere regionale Francesco Prospero, gli assessori comunali Barisano, Bosco, D’Elisa e Della Penna hanno dato vita stamattina alla commemorazione.

«Dobbiamo soprattutto agli esuli e ai loro discendenti se oggi, pur con estrema lentezza, questa vicenda è uscita dall’ombra e viene riconosciuta da tutto il Paese come un importante capitolo della nostra storia nazionale, di cui fare memoria», ha detto Menna. «Ancora oggi questa pagina storica crea divisioni. Resistono, nonostante i decenni ormai trascorsi, sacche di nazionalismo e di ideologia. Eppure, credo che il rischio più grande oggi non sia più rappresentato da chi si oppone al ricordo, quanto dall’indifferenza, un rischio ben più insidioso. Occorre il massimo impegno, non solo delle istituzioni, ma anche delle scuole e della società civile, affinché giovani e meno giovani abbiano la possibilità di conoscere anche questa triste vicenda. Per imparare che l’odio, la vendetta e la discriminazione di qualunque tipo non fanno che generare altro odio e violenza».

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