Avere 24 ore di fila senza interruzioni idriche ormai è solo una speranza. Fino al 3 febbraio, l’acqua mancherà in 38 comuni dal pomeriggio alle prime ore del mattino seguente. L’emergenza idrica è ormai cronica in provincia di Chieti e a soffrire maggiormente è sempre il Vastese, sia sulla costa che nell’entroterra. A Vasto ci sono quartieri in cui i rubinetti restano a secco anche per 15 ore al giorno: in alcune zone, le ore senz’acqua sono più di quelle in cui il flusso idrico è attivo.
Eppure la neve, nelle scorse settimane, è caduta abbondantemente. I tecnici della Sasi, la società che gestisce il servizio idrico, si aspettano un miglioramento della situazione a partire dalla prossima settimana, quando prevedono che la coltre ghiacciata possa cominciare a sciogliersi, consentendo di captare un maggiore quantitativo d’acqua.
«Nelle scorse settimane – spiega a Chiaro Quotidiano l’ufficio stampa della Sasi – nelle condotte ne venivano immessi 800 litri al secondo, ora ne sono mille». Lo strato di ghiaccio alla sorgente del fiume Verde è più spesso rispetto allo scorso anno e questo lascia sperare in un’estate meno dura di quella del 2024, con quel mese di agosto da bollino nero e le autobotti che viaggiavano di comune in comune senza riuscire a soddisfare tutto il fabbisogno.
La nuova condotta di captazione da Casoli è l’infrastruttura che dovrà aumentare l’approvvigionamento. Fermo restando che, nelle condizioni attuali, il flusso non si potrà incrementare più di tanto, viste le tubature colabrodo da cui si disperde circa il 60 per cento dell’acqua. Ridurre le perdite vorrebbe dire risolvere il primo problema. Altrimenti è una coperta corta. Anzi una tubatura bucata