Flavio Meo non si è presentato in udienza. Il 60enne imputato nel processo sull’omicidio di Carolina D’Addario, la sarta 84enne di Gissi uccisa in casa il 23 dicembre 2023. «Lui fondamentalmente si vergogna, non è una questione di strategia processuale», ha detto al Tg 3 Abruzzo l’avvocato difensore, Luigi Masciulli. «Lui ha il timore di incrociare lo sguardo dei parenti della povera signora D’Addario. Continua a ripetere che ha fatto una cavolata, che tutte le notti pensa alla signora e, quindi, fondamentalmente dice: “Io poi vengo lì, incrocio lo sguardo dei parenti della signora e mi vergogno”».
Meo, che nella fase delle indagini preliminari ha confessato, è detenuto nel carcere di Frosinone, stamani sarebbe dovuto comparire davanti alla Corte d’assise di Lanciano. All’esito dell’interrogatorio, il collegio giudicante avrebbe dovuto decidere in merito alla richiesta di perizia psichiatrica avanzata dalla difesa. Così era stato stabilito nell’udienza di dicembre.
In quella prima udienza, la pubblica accusa e la difesa del sessantenne manovale saltuario di Palmoli hanno concordato di acquisire gli atti del fascicolo d’indagine della procura di Vasto evitando l’escussione dei testimoni. Tramite gli avvocati Agostino Chieffo, Alessandro Orlando e Nicola Chieffo, i familiari della vittima si sono costituiti parte civile. Ai parenti di Carolina, che a Gissi tutti conoscevano con diminutivo di Nelluccia, l’imputato ha offerto, a titolo di risarcimento, i suoi pochi beni mobili e immobili.
Il 23 dicembre 2023, Carolina D’Addario è stata uccisa nella sua casa di corso Italia a Gissi dove, nel retro dell’abitazione, aveva il laboratorio di sartoria in cui trascorreva la maggior parte del tempo e riceveva le persone che andavano a trovarla per chiederle un lavoro a maglia o per una semplice chiacchierata. Le telecamere della videosorveglianza avevano ripreso Meo che camminava con un coltello in mano nelle vicinanze della casa della donna. Secondo l’accusa, avrebbe ucciso a scopo di rapina. Un’accusa contestata dalla difesa e su cui si determinerà probabilmente l’entità della pena.