Incognite e ammortizzatori sociali: scadenze dietro l’angolo per Pilkington, Denso ed Esplodenti Sabino

Il 2025 si apre con diversi nodi da sciogliere le per alcune delle principali aziende del Vastese. Le incognite riguardano soprattutto la tutela dei livelli occupazionali grazie agli ammortizzatori sociali che negli ultimi anni hanno permesso di rendere meno pesanti le conseguenze delle varie crisi.

In testa c’è la situazione della Pilkington di San Salvo. Seppur strettamente legata al mondo dell’automotive, il peso delle incertezze sul futuro dell’auto – tra elettrica ed endotermica – non stanno pesando come su altre realtà, ma la crisi generale del mercato continua a preoccupare. Qui la scadenza sul taccuino di azienda e sindacati è quella di inizio marzo, quando scadrà la cassa integrazione che oggi riguarda circa 2mila dipendenti sugli oltre 2.400 totali. La Pilkington non potrà ricorrere a nuovi ammortizzatori sociali e bisogna capire come tutelare quei lavoratori che oggi figurano sotto la voce “esuberi”. Ad oggi, l’azienda continua a dichiararne circa 150. È probabile che sarà chiesto un incontro al Ministero per chiedere eventuali proroghe.

A poca distanza c’è la Denso che negli anni seguiti alla pandemia è probabilmente quella che ha pagato di più le incertezze sull’auto elettrica e una progressiva diminuzione degli investimenti. La società ha invece impiegato importanti somme per accompagnare all’uscita i lavoratori: 120 quelli che hanno aderito all’isopensione [LEGGI]. Oggi il numero dei dipendenti è il più basso della storia dello stabilimento: poco meno di 700 unità. Anche qui, si attendono sviluppi sul futuro della cassa integrazione. L’ultima tranche è infatti scaduta il 31 dicembre 2024.
I sindacati attendono una convocazione per febbraio, il nuovo ammortizzatore sociale dovrà coprire anche il mese già passato.

Infine, c’è ancora incertezza nel futuro della Esplodenti Sabino. L’azienda di Casalbordino operante nel campo della demilitarizzazione di proiettili e ordigni attende di tornare alla piena operatività dal settembre del 2023, quando c’è stato il secondo gravissimo incidente sul lavoro. Tra le ipotesi allo studio c’era quella di una acquisizione da parte della multinazionale tedesca Rheinmetall Italia Spa (Rwm).
In attesa di sviluppi, bisogna tutelare i circa 70 dipendenti: l’ultima tranche di cassa integrazione scadrà nei primi giorni di febbraio.

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