A San Salvo, sul fronte riguardante le strutture sportive, non tutto è rose e fiori. Anzi, al calcio a 11 tra il “Davide Bucci” chiuso ormai da quattro anni e mezzo e con tempi incerti per la riapertura futura e il “Tomeo” con il caos gestione e la capienza limitata ora vengono a galla problemi anche guardando alla palestra di via Verdi.
Dove si allenano tante associazioni sportive cittadine in un impianto dove però, nel corso dell’anno, si svolgono anche altre manifestazioni extra sport. Un solo spazio per tanti, negli ultimi giorni è esplosa la rabbia dello Sporting San Salvo C5 che attraverso le parole di un totem come Fabio D’Alonzo. Il quarantottenne allenatore-giocatore sansalvese, attraverso un lungo video (oltre sei minuti) postato sui social e rilanciato dalla società biancazzurra, senza nascondersi ha parlato di un malcontento che all’interno del gruppo ormai covava da tempo.
Il tema centrale è l’utilizzo, ascoltando le parole di D’Alonzo, a singhiozzo dell’impianto comunale di via Verdi dove i sansalvesi, al momento ultimi nel girone B di C2 abruzzese di calcio a 5, si allenano disputando anche i match interni ufficiali.
«È arrivato il momento di dire basta – le parole del classe ’77 sansalvese – siamo stanchi delle prese in giro. Ogni anno ci troviamo a dover litigarci gli orari per i nostri allenamenti nella palestra comunale di via Verdi. Tanti anni fa ci era stato detto che eravamo gli ultimi arrivati e dovevamo adeguarci, ma ora, a distanza di tempo la situazione non è cambiata. Non è possibile che noi siamo sempre costretti a rispettare le regole mentre c’è chi non lo fa, perché? Ci arrivano comunicazioni, dal comune, che riguardano l’occupazione dell’impianto per eventi extra sport come accaduto nei giorni scorsi e, per allenarci ci costringono ad allenarci altrove (Cupello). Come successo durante la pausa natalizia, un danno per noi viste le ingenti somme da spendere quando bussiamo ad altri impianti fuori città».
D’Alonzo tira dritto e invia una richiesta esplicita: «Noi dobbiamo sempre rispettare la volontà del comune ma a questo punto mi rivolgo direttamente all’assessore allo Sport e chi gestisce l’impianto: noi, com’è giusto che sia, dobbiamo sempre rispettare le regole, mentre, al contrario, altri entrano senza il permesso di allenarsi e fregandosene delle regole. Vige la legge del più forte? E a loro date spazio da tanti anni. Noi del calcio a 5 abbiamo a disposizione appena tre ore settimanali, da sei anni che chiediamo solo un cambio di fascia oraria. Per noi cosa avete fatto? Le vostre promesse che fine hanno fatto? Ci siete, con le promesse, solo quando si vota?».
Il quarantasettenne sansalvese chiude il video annunciando mosse future non belle per il movimento sportivo cittadino: «Siamo stanchi, vedete il calcio a 5 come sport minore o è minore il numero dei vostri tesserati che a voi fa comodo? Facciamo attività sportiva, portiamo in giro il nome di una città ma non ci considerate, ci toccherà lasciare San Salvo, andare in una struttura fuori città e cambiare nome alla società».