Una grande scrittrice e una giovanissima autrice che già da qualche anno sta raccogliendo premi e riconoscimenti. Un dialogo profondo, quello tra Dacia Maraini e Rachele Lupi, ventenne di Vasto, che il 4 gennaio a Pescasseroli hanno dato vita a una pubblica conversazione su due libri: L’alba di un sole mai tramontato, scritto dall’autrice vastese, e il racconto autobiografico della letterata toscana, intolato Vita mia. Giappone, 1943. Memorie di una bambina in un campo di prigionia.
«È stata – racconta – l’esperienza più emozionante della mia vita. Ho presentato il libro nell’aula consiliare del municipio di Pescasseroli, dove erano presenti i rappresentanti di tre amministrazioni comunali: i sindaci di Pescasseroli, Giuseppe Sipari, e di Pescina, Mirko Zauri, e Anna Bosco, assessora del Comune di Vasto. Insieme a me, Dacia Maraini e la professoressa Francesca Di Simone, insegnante di lettere, che ha moderato l’incontro. Il libro è del 2023 e lo avevo già presentato a Vasto. In quella circostanza, io e l’assessora Bosco avevamo pensato a una seconda presentazione a Pescina, visto che si tratta di un libro incentrato su Ignazio Silone e la sua religiosità. Ho desiderato di parlarne alla presenza di Dacia Maraini perché io sono molto legata alla figura di Pasolini», al quale Maraini ha dedicato il libro Caro Pier Paolo, in cui racconta la sua amicizia e le corrispondenze con il letterato e regista scomparso nel 1975 in circostanze mai del tutto chiarite. «Lei, invece, ha parlato del libro in cui racconta la sua esperienza in un campo di prigionia in Giappone dopo che i suoi genitori, due intellettuali, non aderirono alla Repubblica di Salò. Più di Dacia Maraini non avrei potuto desiderare, sono cresciuta con i suoi romanzi. Nel dialogare, ci siamo subito trovate nella stessa direzione».
Già chiari i progetti per il prossimo futuro: «Vorrei scrivere un saggio su Pasolini, che aveva una religiosità simile a quella di Silone. Vorrei incentrarlo sul passato e sull’antico di cui parlava».