L’impianto di recupero e trattamento di batterie sulla fondovalle Sinello in territorio di Pollutri può avviare le attività. L’autorizzazione definitiva per l’impianto Innovative and Sustainable Plant for Batteriers Recycling della ditta Cobat Ecofactory è arrivata l’11 dicembre scorso dopo un lungo iter burocratico necessario per la complessità – e delicatezza – delle operazioni che qui saranno svolte.
Rispetto alle intenzioni iniziali, tra le prescrizioni dettate dalla Regione, c’è quella della rinuncia al recupero delle pile al litio, mentre è concessa per le batterie alcaline. L’autorizzazione di poco meno di un mese fa, infatti, permette l’avvio dell’impianto e il rispettivo collaudo in due fasi temporali: tutto l’impianto gestione pile alcaline e stoccaggio rifiuti; attivazione della linea di pre-trattamento (cernita e triturazione) delle pile al litio (che, come detto, non potranno essere recuperate).
Riguardo al litio, la società precisa: «Attualmente l’autorizzazione dell’impianto è limitata al pre-trattamento, ma stiamo lavorando insieme a tutti gli attori coinvolti per ottenere un’ulteriore autorizzazione per l’utilizzo della linea di trattamento di batterie al litio esauste al fine di recuperare materie prime seconde, come la grafite».
Alcuni dei processi sono coperti da segreto industriale, ma come emerso sin dalle prime battute, l’impianto mira al riciclo delle batterie alcaline (questo processo è detto End of Waste, cioè il materiale non avrà più la qualifica di rifiuto perché recuperato) e allo stoccaggio di rifiuti pericolosi e non.
L’autorizzazione, che ha validità di 10 anni, consente il trattamento – tra recupero e stoccaggio – di 23.474 tonnellate annue massime. Tra i rifiuti ammessi ci sono: batterie alcaline, al piombo, al nichel-cadmio, contenenti mercurio; accumulatori; toner per stampa esauriti; imballaggi in carta, cartone, plastica, metallo, legno, vetro, tessuto; catalizzatori esauriti contenenti oro, argento, platino, palladio e altri metalli; apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso ecc.
Dall’avvio dell’impianto si attendono anche ricadute occupazionali (stimate in circa 30 unità). L’iniziativa imprenditoriale è della Cobat Ecofactory srl, alla cui presidenza del cda c’è Gianluca Salvatore, che riveste il medesimo ruolo alla Esplodenti Sabino. La partenza delle attività, come spiegato dai sindacati in varie occasioni, potrebbe fornire un’alternativa per alcuni dei dipendenti del sito di Casalbordino ancora fermo dopo l’incidente del settembre 2023.