Ci sono oltre 30mila lavoratori del settore automotive a rischio tra Abruzzo e Molise, per questo è necessario un coordinamento interregionale dei sindacati delle due regioni. Cgil, Cisl e Uil hanno presentato il nuovo modello organizzativo questa mattina alla Porta della Terra di San Salvo con i tre segretari generali regionali, provinciali e alcuni dei delegati delle fabbriche del territorio.
Parere unanime è quello sull’assenza, da parte delle istituzioni, della consapevolezza della reale portata che la crisi sta assumendo. Ad aprire gli interventi è stato Michele Lombardo (segretario generale Uil Abruzzo) che ha esordito spiegando che il coordinamento confederale «avrà funzioni di rappresentanza con Governo e Regioni per esprimere una proposta di visione di futuro industriale. Ci aspettiamo un periodo molto lungo e difficile, c’è bisogno di molta responsabilità».
Per Lombardo (concetto poi ripreso anche dai colleghi delle altre sigle), l’interlocuzione si dovrebbe aprire su due punti fondamentali: «La prima richiesta è di non perdere lavoratori. Solo in Abruzzo ce ne sono a rischio 28mila. L’impatto sociale sarebbe devastante. Per questo riteniamo basilari innanzitutto il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga e l’individuazione di un’area di crisi complessa per gestire le criticità». Quest’ultima proposta andrebbe applicata a tutto il territorio legato massicciamente all’automotive: da Termoli alla Val di Sangro.
«Non è una semplice crisi di settore – ha rincarato Carmine Ranieri, segretario generale Cgil Abruzzo Molise – all’automotive sono legati anche i servizi e la logistica che sarebbero a rischio. C’è bisogno di iniziative forti e di un coordinamento. Riteniamo che la politica finora non abbia fatto abbastanza. Il Governo deve discutere direttamente con Stellantis: i marchi italiani si devono produrre nelle fabbriche italiane. Manca una transizione sociale: oggi l’età media nell’automotive è di 50-53 anni, potete immaginare le difficoltà di collocamento che ci sarebbero».
In chiusura, Giovanni Notaro (segretario generale Cisl Abruzzo Molise) ha sollevato il tema delle infrastrutture. «Qual è la strategia? Le infrastrutture hanno fatto la differenza nella storia dei grandi insediamenti produttivi», mentre Tecla Boccardo (segretaria generale Uil Molise) ha invocato «un’unione non solo sindacale, ma anche politica. In Molise abbiamo a rischio 2mila lavoratori diretti Stellantis e oltre 200 dell’indotto».