Quattro ore di sciopero oggi, altrettante domani. Incrociano le braccia i lavoratori della Tekne di Ortona, che devono ricevere quattro stipendi arretrati. La protesta di otto ore complessive spalmate in due giorni, è stata decisa dall’assemblea dei lavoratori.
«Durante la riunione – spiegano in una nota il segretario provinciale della Fiom Cgil, Andrea De Lutis e la Rsa – l’atmosfera era tesa e di forte insoddisfazione soprattutto per il ritardo nel pagamento degli stipendi. Ci troviamo, al quarto mese di ritardo con l’ultimo bonifico risalente al 25 ottobre 2024, relativo a luglio 2024, il ritardo diventa più grave ad ogni mese. L’azienda ci ha fatto sapere che sta cercando di racimolare i soldi per pagare uno dei quattro stipendi arretrati, dichiarano un probabile pagamento entro questa settimana, a questa incertezza, si aggiunge la profonda delusione emersa durante l’assemblea di oggi: è stato scoperto che, fino alla scorsa settimana, l’azienda disponeva dei fondi per pagare almeno una delle mensilità. Tuttavia, sembra che Tekne abbia deciso di destinare tali risorse ad altre priorità. Per quanto riguarda le prospettive future, è risaputo che sono in corso trattative avanzate con un grande gruppo (del quale non menzioniamo il nome per non intralciare le discussioni), da quanto appreso, ci sarebbe la possibilità di risanare le posizioni dei lavoratori in tempi molto rapidi, potenzialmente entro dicembre, qualora l’accordo tra le parti trovasse la perfezione. Non abbiamo dettagli sulle altre contropartite eventualmente legate ai rapporti tra gli interlocutori. All’interno dell’azienda si vocifera di una seconda possibile soluzione alla vertenza, legata all’arrivo di eventuali fondi da fonti al momento sconosciute. Anche se il nostro principale interesse è trovare una soluzione, indipendentemente da quali siano gli attori, queste informazioni poco circostanziate, ci portano inevitabilmente a preferire la prima opzione rispetto alla seconda».
«La situazione appare ancora più delicata se consideriamo che la procedura volontaria avviata da Tekne, nota come “composizione negoziata”, potrebbe portare a una terza e quarta possibilità: la fine dell’azienda, qualora nessuna delle prime due soluzioni si concretizzi entro il 20 dicembre, il prolungamento della procedura nel caso di un’altra soluzione percorribile, ma non immediatamente. Tutte le posizioni saranno oggetto di approfondimento dell’esperto, che a sua volta farà una relazione che servirà al tribunale per decidere le sorti della Tekne, anche in questo caso, la prima via, sicuramente riscontrerebbe un parere positivo. La situazione legata al ritardo nel pagamento degli stipendi è ormai insostenibile. La salvezza dell’azienda è un obiettivo raggiungibile, ma è fondamentale concretizzare rapidamente. Invitiamo tutte le parti coinvolte a concludere al più presto le discussioni. Non è accettabile che un’azienda che lavora per lo Stato accumuli quattro mesi di ritardo nel pagamento degli stipendi, né che lo Stato non intervenga in modo puntuale per dirimere il problema. Gli attori principali in questa vicenda sono Tekne, l’azienda interessata all’acquisizione di Tekne, Deloitte, l’esperto nominato dalla Camera di Commercio, e il principale cliente: il ministero della Difesa italiana. A tutte le parti coinvolte, ribadiamo la necessità di superare immediatamente questa situazione. Le lavoratrici e i lavoratori non possono più sostenere questa condizione. Durante l’assemblea odierna, è stato deciso di utilizzare le prime 8 ore di sciopero del pacchetto di 16 ore previsto nello stato di agitazione dichiarato dalle Rsu. Lo sciopero avrà le seguenti articolazioni: 3 dicembre 2024, ultime quattro ore di ciascun turno di lavoro; 4 dicembre 2024, prime quattro ore di ciascun turno di lavoro. Per la giornata di venerdì 6 dicembre 2024, è previsto un incontro con la Tekne, in mancanza di riscontri su tutti gli stipendi e sul futuro aziendale, intensificheremo ulteriormente le attività di rivendicazione».