Torniamo ad occuparci della situazione impiegatizia e sullo sviluppo economico del nostro territorio. Nel precedente articolo abbiamo aperto un focus sui più giovani, intervistando due studentesse universitarie del Vastese (leggi qui). Oggi abbiamo posto le medesime domande ad alcuni giovani originari del nostro territorio che, terminato il percorso di studi, si sono già inseriti nel mondo del lavoro.
A rispondere alle nostre domande sono: Annapia Berardi, laureata in psicologia, Francesco Marinelli, laureato in ingegneria informatica e Valeria Travaglini, laureata in global management and politics, tutti e tre di San Salvo.
Qual è stato il tuo percorso di studi e perchè lo hai scelto?
Annapia: «Dopo la triennale in psicologia a Chieti, ho concluso i miei studi a Firenze, con una specialistica in psicologia del ciclo di vita e dei contesti. Ho intrapreso questo percorso perché sono sempre stata affascinata da questo mondo e, in particolare, durante l’ultimo anno di triennale, ho scoperto una passione per la psicologia del lavoro, che mi ha poi guidata verso la scelta della magistrale.»
Francesco: «Ho conseguito la laurea triennale a Bologna, per poi concludere il mio percorso magistrale in ingegneria informatica a Pavia. Ho deciso di studiare ingegneria informatica principalmente per due motivi: il primo è che l’ambito informatico mi aveva sempre incuriosito e avevo voglia di approfondirlo; il secondo è che la richiesta di esperti in questo settore era ed è molto alta, per cui avrei trovato lavoro facilmente, come è realmente accaduto.»
Valeria: «Ho iniziato il mio percorso di studi a Roma, laureandomi in economia e management. Ho proseguito poi con la specialistica in global management and politics, sempre nella stessa università. La mia scelta è stata dettata dalla passione e dal mio interesse per un lavoro che ambisce a realtà internazionali.»
Hai il desiderio di tornare nella tua città o, più in generale, in Abruzzo?
Annapia: «Ormai ho terminato i miei studi da quasi un anno, e sono rimasta a Firenze per svolgere un tirocinio che mi permetterà di iscrivermi all’albo. Sono felice della mia scelta e al momento non ho intenzione di tornare a casa. Una città come Firenze apre tantissime strade e ti permette di conoscere molte cose con occhi diversi, sotto ogni punto di vista. Indubbiamente qui non mi manca nulla, se non la mia famiglia e le persone a me care.»
Francesco: «Avendo ora un lavoro a Milano, non è nei programmi tornare nella mia città, almeno non nel futuro imminente. È bello tornare ogni tanto a casa, vivere uno stile di vita diverso per un breve periodo, ma la vita veloce e piena di opportunità che offre una grande città come Milano, al momento soddisfa maggiormente le mie esigenze.»
Valeria: «Al momento non sento il desiderio di tornare nella mia città. Percepisco una grande città cosmopolita come Milano molto vicina a me, anche per quelli che sono stati i miei studi e per quella che è la mia ambizione lavorativa. Non penso che il nostro territorio possa offrirmi quello che sto cercando ora.»
Se ci fosse un’importante possibilità lavorativa nella tua città, torneresti?
Annapia: «Non mi dispiacerebbe tornare nella mia città qualora ci fosse una bella opportunità lavorativa, dato che avrei l’occasione di riavvicinarmi a casa e trascorrere del tempo con i miei cari. La pace e la tranquillità di casa, purtroppo, mancano nelle grandi città, in cui si vive sempre di corsa e con ritmi molto veloci. E, soprattutto in estate, la lontananza dal mare, per chi come me è nata e cresciuta in una città costiera, si fa sentire.»
Francesco: «Al momento, anche se ci fosse un’importante possibilità lavorativa nella mia città, credo che non tornerei. Probabilmente valuterei questa opzione più avanti, quando la tranquillità e una vita più lenta diventeranno prioritari rispetto agli infiniti stimoli e svaghi che offre una grande città.»
Valeria: «A malincuore, direi di no. Attualmente sento che intraprendere un percorso lavorativo nella mia città non sia in linea con il mio stile di vita. Dico a malincuore perché sarebbe molto bello poter tornare alle abitudini di qualche anno fa, prima dell’università, e potersi vivere la propria città in compagnia della propria famiglia e degli amici di sempre. Purtroppo, però, al momento non sento che la mia città possa offrire opportunità e nuove esperienze, non solo lavorative, ad un giovane neolaureato.»
Le precedenti puntate del Dossier lavoro di Chiaro Quotidiano: