Duro e articolato comunicato dei consiglieri di opposizione di Officina Cupello dopo la liquidazione da parte del Comune di 12.450,94 euro al Comitato Festival del carciofo. Dario Leone, Giuliana Chioli, Roberta Boschetti già in passato avevano sollevato dubbi sui fondi concessi dal Comune e sulla rendicontazione delle spese dell’evento tenutosi nell’aprile scorso.
I consiglieri di minoranza avevano manifestato la contrarietà alla determina n. 85 che prevedeva il versamento a favore del comitato. Inoltre, gli stessi consiglieri avevano sottolineano agli uffici comunali competenti una lunga serie di incongruenze:
«• Nella fattura n. 12 non è presente il bonifico di pagamento, unico strumento di quietanza visto l’importo della fattura (€ 8.470,99);
• in altre fatture non è indicata né la data di quietanzamento né sono presenti le ricevute dei bonifici vista l’indicazione di tale strumento come mezzo di pagamento nelle fatture stesse;
• la fattura n. 993 risulta emessa con una data di trasporto di bombole di gas del 22/08/2024 estremamente distante dalle date della manifestazione per cui non attribuibile all’evento stesso (€ 1.692,60);
• risultano quietanzati dei documenti di una macelleria sansalvese con due anomalie: da un lato sono intestate alla Pro Loco, peraltro esclusa dall’evento, dall’altro risultano essere semplici documenti di trasporto e non fatture;
• nella fattura n. 101/EL non è stato allegato il bonifico di pagamento come indicato nella fattura stessa né vi è indicata la data di quietanzamento, inoltre presenta un riferimento ad un preventivo con data successiva alla stessa data di fatturazione (€ 6.708,54);
• la numero 1561/2024 del 19/09/2024 è una fattura immediata per cui emessa in contemporanea alla consegna della merce e per questo motivo non attribuibile all’evento (€ 4.635,55);
• nella fattura n 258/9 non risulta alcuna evidenza di quietanzamento (€ 1.600,01);
• non è presente alcun tipo di dichiarazione circa i contributi di soggetti terzi come descritto anche nella relazione della presidente del Comitato Festival, né sono presenti i pagamenti verso cuochi, personale inserviente, cantanti e gruppi musicali;
• Una rilevante porzione di documenti di trasporto e di fatture sono state ricevute e firmate da personale esterno al Comitato Festival;
• Il numero dei coperti (1400 circa) è difforme da quanto pomposamente sbandierato sulla stampa (5000 presenze);
• I € 12.450, richiesti come contributo finale – che si sommano ai € 30.000 di acconto -, rappresentano, secondo quanto scrive la Presidente del Comitato, un imponente deficit, decretando il fallimento sul piano economico dell’evento;
• La Cooperativa Ortofrutticola San Rocco nella sua fattura dichiara la vendita di 15.394 carciofi. Dato che si rilevano 1400 pasti dispensati, risulterebbe che ogni commensale intervenuto, avrebbe mangiato addirittura ben 11 carciofi».
Ai punti sollevati si aggiunge, inoltre, il ritardo della rendicontazione: «Il regolamento comunale per la concessione di contributi, stabilisce che essi possono essere richiesti solo se la rendicontazione sia stata depositata entro i 60 giorni dalla conclusione dell’evento organizzato. La rendicontazione del Festival del Carciofo, al contrario, è stata presentata e protocollata con quasi 80 giorni di ritardo oltre il termine consentito e con criticità evidenti e non differibili».
«Assistiamo ad un esempio ulteriore di impunità, di totale indifferenza riguardo alle regole più elementari sul piano economico, finanziario e naturalmente etico e morale. Vi è un “cerchio magico” in questa comunità che si ritiene così intoccabile da sentirsi in un vero e proprio far west. Avevamo chiesto non solo di non liquidare quanto rendicondato, ma anche la restituzione delle prime 30mila versate anticipatamente al Comitato Festival del Carciofo. Ricorreremo alle autorità competenti, vista l’assoluta assenza di dialettica democratica, di dialogo e di confronto che mai potranno esserci con chi utilizza la pubblica istituzione locale come una trattoria condotta da amici di vecchia data» conclude Officina Cupello che auspica una modalità diversa per l’individuazione del soggetto organizzatore (nell’ultima edizione la Pro Loco è stata sostituita con un comitato ad hoc): «È ora che si dia vita alla più democratica procedura amministrativa, quella del bando pubblico per permettere ai vari soggetti associativi che vorranno, di organizzare la prossima edizione di un Festival che ha come tema centrale la coltura e il simbolo della comunità intera e non degli “amici e dei parenti” che si dimostrano, peraltro, non all’altezza del compito assegnato».