Il servizio Foreste e parchi della Regione ribadisce la propria contrarietà all’impianto eolico che la Edison Rinnovabili vorrebbe costruire sul crinale di Monte Sorbo in territorio di Carpineto Sinello. L’indirizzo era già emerso il 6 settembre scorso, quando il dirigente dell’ufficio regionale, Francesco Contu, aveva sottolineato l’assenza di un interesse pubblico tale da motivare la trasformazione e la riduzione della superficie boschiva. Il progetto prevede quattro torri eoliche in linea da 6 MW l’una con un’altezza al mozzo di 150 metri e un diametro del rotore di 105 metri; sarebbe interessata un’area di 12.760 metri quadrati.
Era seguita l’integrazione da parte della società che, richiamando le normative nazionali e europee, sottolineava che tali impianti «sono di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti» per «per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili» [LEGGI]. La stessa Edison Rinnovabili, concludeva l’integrazione spiegando che le superfici di bosco interessate «saranno sottoposte, al termine dei lavori, ad interventi di ripristino ambientale consistenti in rinverdimenti e messa a dimora di essenze arbustive ed arboree».
Nella nuova replica della Regione, l’ufficio citato sottolinea che sono autorizzabili esclusivamente lavori «per la realizzazione di opere di rilevante interesse pubblico o per la realizzazione di viabilità forestale connessa alle attività selvicolturali e alla protezione dei boschi dagli incendi e compatibilmente con la conservazione della biodiversità, con la stabilità dei terreni, con il regime delle acque, con la difesa dalle valanghe e dalla caduta dei massi, con la tutela del paesaggio, con l’azione frangivento e di igiene ambientale locale».
Il 4 novembre scorso, quindi, il provvedimento «definitivo e immediatamente efficace» da parte del servizio Foreste e parchi che conferma la precedente istruttoria di settembre non autorizzando i lavori per la realizzazione degli impianti eolici (anche se in un passaggio si fa riferimento a un impianto fotovoltaico): «Non si ravvisano motivi di interesse pubblico di rilievo tale da giustificare la irreversibile riduzione di superficie boscata, con le connesse conseguenze in termini di perdita di biodiversità, modifica del paesaggio, del regime delle acque e di peggioramento delle condizioni di igiene locale, che si determinerebbe con la realizzazione integrale dell’opera in oggetto così come progettata». Ora la società può opporsi presentando ricorso al Tar entro 60 giorni (o al Consiglio di Stato entro 120 giorni).
Per quanto riguarda l’iter autorizzativo complessivo, il 10 settembre scorso, il Comitato Via ha rinviato la decisione sul progetto chiedendo alla società studi più approfonditi sugli impatti su fauna e flora.