«Oggi 120mila abruzzesi sono costretti a non curarsi», perciò «chiamiamo le pensionate e i pensionati abruzzesi alla mobilitazione e alla lotta. Il 9 novembre scenderanno in piazza a Pescara per difendere il diritto alla salute e il sistema sanitario pubblico». Con questo appello Cgil, Cisl e Uil lanciano la manifestazione indetta per sabato. Domani, alle 10,30, nella sede della Cgil, la presentazione dell’iniziativa.
Protesteranno contro «i tagli indiscriminati dei piani di risanamento delle Asl, che non ripianano i bilanci ed aggravano solo le condizioni dei cittadini e dei pensionati. Contro la giunta regionale che ha mostrato il fallimento, con un deficit finanziario di 122 milioni nel 2023 e in crescita per il 2024 (scoperto improvvisamente dopo la campagna elettorale)». Chiederanno «il finanziamento del fondo per la non autosufficienza e l’attivazione delle strutture e attività della medicina territoriale, per un programma reale di riduzione delle lista d’attesa, per l’attivazione delle case di comunità e dell’assistenza domiciliare (non solo muri, occorrono strumenti e personale. Per un piano triennale di assunzione nella sanità, in modo da coprire le attuali e future carenze del sistema pubblico» e per «garantire i Lea (livelli essenziali di assistenza, n.d.r.) e impedire ulteriori disagi con l’autonomia differenziata. Oggi 120mila abruzzesi sono costretti a non curarsi. Anche il reddito dei pensionati è da anni sotto attacco con il blocco delle pensioni e la concessione di un aumento di euro lordi mensili per le pensioni minime. Basta fare cassa sui pensionati».