Casa lavoro di Torre Sinello, Cgil denuncia: «Continue aggressioni contro gli operatori»

Ancora aggressioni nella casa di lavoro di Vasto. A denunciarlo è la Fp Cgil, con i delegati Giovanni Notarangelo e Lucio Di Blasio, che hanno scritto, chiedendo un riscontro urgente, agli organi competenti: direttrice Giuseppina Ruggero, provveditore Lazio Abruzzo e Molise Maurizio Veneziano, sindaco Francesco Menna e prefetto Gaetano Cupello.

«Si fa fatica a esporre le criticità che si presentano a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro – scrivono Notarangelo e Di Blasio – Ultimo episodio meritevole di denuncia risale a pochi giorni fa, quando un assistente capo coordinatore in servizio è stato colpito con un pugno da un internato tossicodipendente, lo stesso aveva aggredito precedentemente l’infermiere di turno che gli stava somministrando la terapia giornaliera, solo una settimana fa un medico di turno è stato aggredito con una stampella da un detenuto, non più di un mese fa alcuni internati si sono resi protagonisti di una mega rissa che ha richiesto l’intervento del personale fuori servizio per ristabilire l’ordine e la sicurezza all’interno dell’istituto. L’agente è stato accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale di Vasto e gli è stata riscontrata una prognosi di sette giorni».

«Sarebbe troppo lunga lista delle aggressioni che subisce il personale che opera a Torre Sinello, troppe le promesse disattese, l’attuale situazione diventa di giorno in giorno drammatica, tutti gli operatori dell’istituto svolgono il proprio dovere in condizioni sempre più difficili e insicure, turni che si prolungano oltre le otto ore di servizio fino ad arrivare anche a dieci/dodici».

«Chiediamo – conclude il sindacato – alla dirigenza dell’istituto, al provveditore regionale una seria riflessione rispetto alle criticità in essere che tenga conto la salvaguardia e l’incolumità personale di tutti gli operatori. Siamo disponibili a un confronto costruttivo che analizzi i diversi problemi e metta finalmente in campo soluzioni volte a risolvere le criticità sopra esposte e rendere il clima lavorativo sicuro e vivibile al fine di applicare pienamente il proprio mandato istituzionale nell’interesse dei lavoratori, della popolazione detenuta e della collettività».

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