«Il Civeta si appresta a compiere una piccola rivoluzione industriale». Dopo mesi di polemiche e botta e risposta sull’assunzione di un direttore generale, la società che gestisce i rifiuti del Vastese espone pubblicamente i Risultati e le prospettive (questo il titolo dell’appuntamento) in un incontro nell’aula consigliare di Vasto che è anche la prima uscita pubblica di Manuele Marcovecchio, assunto per il ruolo citato, insieme al presidente Giuseppe Silvestri, a parte dello staff dell’azienda e al cda.
Ad aprire l’incontro è il sindaco Francesco Menna che definisce necessaria l’occasione dopo «le eccessive polemiche a opera di malelingue», concetto poi ribadito nel corso dell’incontro e indirizzato ai sindaci schieratisi contro l’assunzione di un direttore generale (San Salvo, Monteodorisio e Villalfonsina) e a Fratelli d’Italia che ha fatto sua tale linea. Menna e la cupellese Graziana Di Florio unici sindaci presenti in aula oltre ad alcuni consiglieri comunali di Vasto, San Salvo e Cupello e cittadini.
Non si può non partire dal secondo anno consecutivo in rosso: il 2023 si è chiuso con un perdita di 300mila euro dopo l’anno nero del 2022 terminato con un passivo di oltre 900mila euro causato da vari fattori tra i quali la contestuale fine di vari contratti. Il lento ritorno a un risultato positivo di esercizio, stando alle parole della responsabile della Contabilità, Daniza Pomponio, si deve a nuovi contratti e al ritorno alla piena funzionalità della terza vasca gestita dalla Cupello Ambiente, dopo il sequestro del 2019 e, quindi, all’incasso delle relative royalties che, stando anche a quanto citato nel bilancio 2023, saranno ulteriormente incrementate dall’arrivo di rifiuti extraconsortili. Le previsioni – basate sul conto economico al settembre 2024 – parlano di una chiusura d’anno con un attivo di 125mila euro. Un risultato raggiunto, dice Marcovecchio, «grazie a una politica di contenimento dei costi e scelte gestioniali che hanno agevolato l’incremento del fatturato. L’impatto dei costi del personale, 28 dipendenti, sul fatturato è di circa il 21,98%, sfido le strutture pubbliche su questo dato».
A parlare, nuovamente, di «situazione epocale» è il direttore tecnico del Civeta, l’ingegnere Luigi Sammartino, riferendosi alle opere finanziate dal Pnrr. Il 14 novembre è attesa la firma dal notaio per il ritorno ad azienda consortile dopo la trasformazione di circa due anni fa (costata 30mila euro): un passo necessario per non perdere i quasi 10 milioni dal Pnrr per realizzare l’hub fanghi.
«Sarà uno degli impianti più innovativi del Centro Sud Italia – ha detto Sammartino – per trattare, sanare ed essiccare fanghi industriali che permetterà l’abbattimento dei costi di smaltimento. Oggi i fanghi rappresentano un problema sia per i depuratori che per i terreni agricoli che vengono appesantiti dal punto di vista ambientale; chi deve smaltirli paga circa 200 euro a tonnellata e spesso è costretto a trasportarli fuori dall’Italia». L’obiettivo è far vedere la luce a tale progetto – al netto della conferma dei fondi – prima del giugno 2026: «La realizzazione è stata appaltata a una delle migliori ditte specializzate che si sta occupando del revamping del Cap in Lombardia».
Nel marzo dello stesso anno è prevista la consegna del biodigestore da 20 milioni di euro: produrrà 3,9 milioni di metri cubi di biometano dal trattamento annuo di circa 47mila tonnellate di rifiuti organici. Su questo punto, sia Silvestri che Sammartino hanno sottolineato di non ritenersi preoccupati dall’approvvigionamento di Forsu (e biomasse) necessaria per rendere sostenibile l’impianto nonostante la presenza di altri biodigestori in regione e fuori.
Altri 2,4 milioni sono destinati alle Green Communities (gestione integrata e certificata del patrimonio agro-forestale e delle risorse idriche, la produzione di energia da fonti rinnovabili locali, turismo sostenibile ecc.): «Grazie a questi investimenti saremo pionieri in Abruzzo nella decarbonizzazione dei processi di gestione dei rifiuti».