«Ancora una volta, il sindaco Menna evita di confrontarsi sui contenuti e preferisce ricorrere a attacchi personali che coinvolgono persino i miei familiari. Una tattica ben nota, utilizzata per distogliere l’attenzione dalle questioni centrali, come la nomina del direttore generale del Civeta. Menna, infatti, tenta maldestramente di giustificare la necessità di questa figura, ma non spiega perché vuole retribuirla oltre i limiti previsti dalla normativa nazionale». Francesco Prospero, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, replica alle polemiche sollevate da Francesco Menna, sindaco di Vasto, nel Consiglio comunale di ieri.
«Curiosamente, attacca membri dei consigli di amministrazione pubblici che percepiscono 836,00 euro netti mensili, ma – afferma Prospero – tace sugli incarichi professionali ben più remunerativi che alcuni suoi familiari ottengono da enti pubblici. Non menziona nemmeno il suo cospicuo stipendio da sindaco e presidente della Provincia, al quale, a differenza di altri, non ha mai rinunciato nemmeno per un centesimo, né gli incarichi pubblici concessi in quota minoranza al centrosinistra regionale o nei cda della Sasi, che non ha mai disdegnato. Invece di impartire lezioni morali, Menna dovrebbe spiegare ai cittadini perché non rinuncia agli enormi staff che si è creato sia come sindaco che come presidente della Provincia, e perché, ancora una volta, il prossimo incarico all’Ops sarà quasi certamente assegnato a un esponente politico della sinistra, piuttosto che a un tecnico qualificato. È evidente che la sua sete di potere e controllo guida costantemente le sue azioni, al punto che non riesce nemmeno ad avviare una minima interlocuzione con i rappresentanti regionali e nazionali di Fratelli d’Italia. Questo avviene per timore che qualcun altro possa prendersi i meriti per la risoluzione delle problematiche causate dalla sua gestione, che ha riportato la città di Vasto indietro di almeno 30 anni».
«In merito alla questione Civeta, è opportuno ricordare che, come consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, abbiamo sempre sostenuto la necessità di contenere i costi e garantire una gestione responsabile del consorzio. Abbiamo presentato emendamenti per eliminare la figura del direttore generale, non prevista storicamente nel Civeta, e per legare il trattamento economico di eventuali incarichi a obiettivi di performance chiari e misurabili. Non siamo mai stati contrari a una persona in particolare, ma al principio di un inutile aggravio di costi per i cittadini. Menna, invece, dopo aver sperperato decine di migliaia di euro in trasformazioni e ritrasformazioni sotto la lente della Corte dei Conti, ora pretende di istituire la figura del direttore generale e di pagarlo ben oltre quanto previsto dalla normativa nazionale. Ci può – chiede Prospero – cortesemente spiegare perché?».