Il Civeta divide il centrodestra. Per FdI il dg non serve: «Ridurre i costi, lo dice la Corte dei conti»

La battaglia sul Civeta è soprattutto nel centrodestra. Per Fratelli d’Italia, va soppressa la figura (appena istituita) del direttore generale. Anche se a vincere la selezione è stato un esponente della stessa coalizione: Manuele Marcovecchio, ex consigliere regionale di Forza Italia. E se il Comune di Vasto, amministrato dal centrosinistra, ha votato a favore dell’istituzione della nuova carica dirigenziale, quello di San Salvo, a maggioranza centrodestra, è stato contrario fin dall’inizio e lo ha ribadito con il voto in Consiglio comunale, sia pure con la defezione di due esponenti dell’alleanza che sostiene l’amministrazione De Nicolis. Degli otto Comuni soci del consorzio che gestisce lo smaltimento dei rifiuti, Vasto, Casalbordino, Cupello, Scerni e Pollutri hanno votato sì, San Salvo, Monteodorisio e Villalfonsina no. Una sorta di saldatura trasversale tra il Pd e un pezzo del centrodestra che ha già generato malumori e prese di posizione a destra come a sinistra.

FdI: risparmiare, lo dice la Corte dei conti

Francesco Prospero, Vincenzo Suriani e Guido Giangiacomo «ribadiscono l’importanza di una gestione oculata e responsabile del Civeta, alla luce delle recenti osservazioni della Corte dei Conti. Le criticità evidenziate dai magistrati contabili riguardano aspetti fondamentali, come l’assetto amministrativo, la gestione dei fondi Pnrr e la figura del direttore generale, confermando l’urgenza di agire per contenere i costi e migliorare l’efficienza gestionale», scrivono in un comunicato i tre consiglieri comunali vastesi di FdI.

«È importante sottolineare che il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia si è sempre dichiarato contrario all’introduzione della figura del direttore generale nel Civeta, già da prima che venissero avanzati nomi di possibili candidati. La nostra posizione – precisano Prospero, Suriani e Giangiacomo – non è legata alla persona che potrà ricoprire questo incarico, ma è una presa di posizione di principio, volta a evitare un inutile aggravio di costi per una figura mai prevista né durante la gestione consortile né dopo la trasformazione in società di capitali».

«In questo contesto, diventano cruciali le modifiche già approvate dal Consiglio comunale di San Salvo, che si concentrano su due punti essenziali per garantire una gestione più sostenibile: eliminazione della figura del direttore generale», provvedimento «in linea con l’obiettivo di ridurre i costi e semplificare l’organizzazione», scrivono gli esponenti del partito di Giorgia Meloni. «Nel caso in cui l’eliminazione della figura del direttore generale non fosse approvata, la delibera prevede comunque un rigoroso contenimento degli stipendi, con l’introduzione di criteri selettivi stringenti. Gli emolumenti dovranno essere allineati a quelli dei dirigenti delle funzioni locali, e strettamente legati a precisi obiettivi di performance. Le recenti richieste della Corte dei conti, che evidenziano problematiche relative ai costi della gestione, alla trasparenza e all’equilibrio finanziario, non fanno che rafforzare la necessità di approvare al più presto il nuovo statuto con le modifiche già delineate».

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