Lo scontro sul Civeta si fa sempre più duro. Questa mattina il presidente Giuseppe Silvestri, ricostruendo l’iter che ha portato alla graduatoria che vede in testa l’ex consigliere regionale Manuele Marcovecchio, ha annunciato di riservarsi di agire contro chi ha diffuso notizie ancora riservate (il nome del primo in classifica prima dell’ufficializzazione). Ora, i tre sindaci dissenzienti – Emanuela De Nicolis di San Salvo, Catia Di Fabio di Monteodorisio e Mimmo Budano di Villalfonsina – chiedono le dimissioni dello stesso Silvestri.
«Dopo mesi di incertezza e di inazione, come Comuni siamo ora chiamati a votare la regressione del Civeta srl in consorzio speciale per sperare di non perdere i fondi del Pnrr, messi pericolosamente a rischio dalle scelte di alcuni comuni e del Cda di Civeta – scrivono i tre primi cittadini – Fin dall’inizio abbiamo detto, in maniera netta ed in tutte le sedi “No all’istituzione della figura del direttore generale”, in questo particolare periodo storico per l’impianto Civeta che continua ad avere un bilancio negativo (forse l’unico impianto in Italia in questa situazione)».
«Il nuovo stipendio del dg, che si assommerà ai compensi del cda, rappresenta un vero e proprio schiaffo ai conti pubblici del consorzio e si ripercuoterà fatalmente sulla Tari che dovranno pagare i nostri concittadini di San Salvo, Villalfonsina e Monteodorisio, oltre a quelli degli altri comuni consorziati. Nessun personalismo per noi, che eravamo e siamo contrari al direttore generale del Civeta. Piuttosto spieghino gli altri cosa c’entra questa figura “politica” con l’efficace gestione di un impianto consortile. È una questione di trasparenza, di tutela dei bilanci dei nostri Comuni, di tutela del patrimonio dei nostri contribuenti».
«Purtroppo duole constatare che abbiamo votato un Cda che si è dimostrato completamente inadeguato, che si è “autocommissariato” dichiarandosi incapace di gestire il Civeta stesso per giustificare l’assunzione di un direttore generale e che forse è adeguato solo alle esigenze di “Alcuni”».
Poi, l’affondo: «Le dimissioni del presidente Silvestri sarebbero un gesto non solo auspicabile ma quantomeno necessario per ridare credibilità all’azione del nascituro consorzio. In tal senso va seguito l’esempio (virtuoso) dato dal consigliere Chiacchia che, constatando l’inefficienza del cda, diventato oramai mero organo esecutore di scelte fatte in altre sedi e frutto di innaturali accordi trasversali, ha giustamente rassegnato le dimissioni. Ci riserviamo di tutelare i nostri concittadini in tutte le sedi, anche di fronte alla magistratura amministrativa e contabile».
«Infine, essendo coerenti e sempre sulla stessa linea, appoggeremo e porteremo nei nostri consigli comunali lo statuto emendato (come votato nell’assemblea civica di San Salvo), che prevede l’eliminazione della figura direttore generale, o che venga selezionato attraverso adeguati concorsi pubblici e con comprovate competenze in materia tecnica, esattamente al contrario di ciò che è stato fatto imprudentemente, con un bando, poco chiaro, ancor meno trasparente e finalizzato a ragioni politiche che nulla hanno a che vedere con la prosperità del consorzio Civeta».