La rincorsa interminabile agli incivili: «Mettiamo le fototrappole e vanno a inquinare altrove»

Dove arrivano le fototrappole, gli inquinatori si spostano altrove. Una rincorsa complicata, vista l’estensione di un territorio comunale, quello di Vasto, superiore ai 70 chilometri quadrati e con ampie aree di campagna scarsamente popolate.

Non sono mai abbastanza le videocamere mobili dotate di sensori in grado di registrare foto e video per identificare i trasgressori. «Eseguiamo controlli con l’utilizzo delle fototrappole, spiega il comandante della polizia locale», Giuseppe Del Moro. «Ne abbiamo a disposizione una decina. Le installiamo in alcuni luoghi dove si verifica l’abbandono illecito di rifiuti, ma gli incivili vanno a gettare la spazzatura altrove. La mole di lavoro è grande».

Il reato

La nuova normativa, introdotta dalla legge 137 del 2023, ha inasprito le sanzioni. L’abbandono di rifiuti ora è un illecito penale: un reato contravvenzionale punito con l’ammenda da mille a diecimila euro. Le pene raddoppiano se si tratta di rifiuti pericolosi. Chi crea, invece, discariche abusive rischia l’arresto fino a un anno (due anni in caso di rifiuti pericolosi) e l’ammenda fino a 26mila euro.

Eppure la maleducazione non diminuisce. Per non seguire le regole della raccolta differenziata, gli incivili passano sulle strade periferiche, aprono il finestrino dell’auto e gettano i sacchetti della spazzatura.

Nemmeno i tratti più belli della riviera vengono risparmiati. A fine agosto abbiamo documentato l’abbandono di rifiuti, frigoriferi compresi, a due passi dall’arenile di Canale, che di recente ha ottenuto da Legambiente la qualifica di ecospiaggia, in quello che ad agosto è stato intitolato Parco benedettino.

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