«Casa automobilistica cinese rischia di sostituire la produzione italiana di Stellantis»

«Va definita la missione produttiva dello stabilimento di Atessa, ex Sevel, e va fatta chiarezza nel rapporto con la componentistica e con gli stabilimenti che producono parti meccaniche. Sollecitiamo, inoltre, il governo a convocare in tempi stretti una riunione conclusiva in cui tutti gli attori coinvolti, comprese le organizzazioni sindacali, impegnino Stellantis ad aumentare produzione nazionale di autoveicoli con l’obiettivo di raggiungere un milione di veicoli l’anno, consapevoli che» il pericolo è «l’ingresso di un secondo produttore cinese», che «rischia di essere sostitutivo e non aggiuntivo alla produzione italiana di Stellantis».

Lo stabilimento Stellantis di Atessa

Le segreterie nazionali di Ugl metalmeccanici, Fismic Confsal e Aqcfr proclamano lo stato di agitazione dei lavoratori del settore automobilistico «e indicono per il giorno 18 ottobre 2024 otto ore di sciopero con manifestazioni e presidi presso le prefetture di tutte le città dove esiste una significativa presenza dei lavoratori del settore».

Chiedono «all’Europa di meglio definire le tempistiche per l transizione ecologica tenendo conto della Net Zero e di misure volte a bloccare l’importazione in dumping di prodotti cinesi e incentivi al mercato che favoriscano l’accesso ai modelli più evoluti tecnologicamente alle fasce sociali meno abbienti e di prolungare i tempi dell’entrata in vigore della decarbonizzazione dei motori- Al governo italiano chiediamo misure urgenti in campo di strumenti di protezione sociale, in quanto gli ammortizzatori sociali esistenti stanno per esaurirsi e questo comporterebbe un disastro sociale di proporzioni inaudite, specialmente nelle aziende della componentistica per le quali andrebbe tolta in questa fase la tassa del 20 per cento quando si utilizzano gli ammortizzatori».

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