Un ristorante mascherato da associazione di promozione sociale con ingresso riservato ai soli soci. È quanto scoperto dagli agenti della polizia a Chieti. La questura ha sospeso l’attività per gravi carenze igienico sanitarie e strutturali.
Il locale si trova nel centro storico della città e, sulla carta, si presentava come un’associazione di promozione sociale, cioè un ente del così detto terzo settore dedito ad attività di interesse generale e senza scopo di lucro, per questo sottoposto ad un regime fiscale agevolato. All’ingresso era stata anche affissa una targhetta con l’indicazione che l’accesso era riservato ai soli soci.
In realtà, come accertato dagli agenti, si trattava di un vero e proprio ristorante con tanto di pubblicità sul sito internet e recensioni in rete degli avventori, in cui poteva entrare e mangiare chiunque, ovviamente pagando.
Durante il controllo, inoltre, sono state riscontrate gravi carenze igienico sanitarie, è stata contestata l’assenza del Dvr (documento di valutazione dei rischi), la presenza di un lavoratore in nero e la non conformità dell’impianto elettrico e di quello di aerazione. L’attività è stata immediatamente sospesa e al titolare sarà contestata una maxi sanzione amministrativa per diverse migliaia di euro.
L’operazione è stata portata a termine da un team specializzato messo a disposizione da più uffici: la squadra amministrativa della questura di Chieti, l’ispettorato territoriale del lavoro di Chieti-Pescara e il servizio Igiene degli alimenti e della nutrizione della Asl.