Se per sindacati e alcuni rappresentanti istituzionali la raccolta di adesioni per una trasferta a Torino almeno fino a fine anno è l’ennesimo campanello di allarme, per Stellantis si tratta di prassi consolidata che non dovrebbe suscitare alcun clamore.
La multinazionale dell’auto da qualche giorno sta raccogliendo le disponibilità degli operai a periodi di lavoro in altri stabilimenti del gruppo. Questo non riguarda solo le fabbriche della Val di Sangro e di Termoli i cui lavoratori potrebbero trasferirsi in Mirafiori meccanica (nella Circular Economy o nel reparto “Cambi” eDCT in particolare espansione), ma anche lo stesso plant di Torino.
È proprio quest’ultimo caso che sta alimentando il dibattito a livello nazionale. Stellantis cerca infatti un massimo di 10 operatori nel settore logistica dello stabilimento torinese da trasferire per massimo due settimane nel sito polacco di Thychy, dove c’è bisogno di carrellisti esperti.
Il numero degli operai che, invece, arrivaranno dalle sedi del Sud Italia a Mirafiori, si dovrebbe attestare intorno alle 100 unità per un periodo che andrà almeno fino a fine anno. L’anno scorso il ricorso ai trasfertisti (da Melfi) aveva riguardato proprio la fabbrica di Atessa che si trovava ad affrontare il record produttivo di circa 1.200 furgoni al giorno, cifra oggi nettamente ridimensionata (poco più della metà).
Stellantis, replicando alle polemiche sulla trasferta da Torino in Polonia ha parlato di strumentalizzazioni spiegando che nell’ultimo anno e mezzo le trasferte hanno coinvolto tra le 600 e le 2.600 persone (in particolar modo da Melfi e Pomigliano) [LEGGI].
Tornando alla Val di Sangro, l’azienda ha comunicato ieri le condizioni della trasferta: 98 euro per ogni giorno lavorato, di presenza al lavoro; 110 euro il fine settimana o nelle giornate di riposo compensativo (dove previsto); rimborso spese di un viaggio per ritorno a casa e viceversa, ogni 45 giorni (con presentazione della documentazione di spesa sostenuta).