«”Per restare competitiva Atessa deve avere due cose: poter navigare nel mare profondo del Mediterraneo attraverso le infrastrutture portuali e ferroviarie. Queste cose servono per poter mantenere efficiente questa fabbrica”: queste le parole che l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, ha pronunciato il 23 gennaio scorso durante la sua visita alla ex Sevel. Tavares ha poi aggiunto che “per esportare servono porti efficienti”. Ma la Regione Abruzzo dorme e, pur avendo le risorse per facilitare i progetti del marchio automotive, in questi 5 anni non ha fatto nulla sotto questo profilo». Lo afferma Luciano D’Alfonso, deputato del Pd «È evidente che se i fondi vengono destinati al ritiro del Napoli calcio, alla Notte dei serpenti o alle elargizioni a pioggia, ci vorrà molto tempo per vedere qualche risultato. Nè ha fatto meglio il governo Meloni, che prima delle elezioni europee ha rassicurato tutti, tranne poi esprimere preoccupazione per le sorti dello stabilimento senza però disporre nulla di concreto. Il problema è che adesso lo stabilimento della Val di Sangro è in difficoltà: dal 10 giugno è scattata la cassa integrazione e dall’8 luglio è stato sospeso il terzo turno, ed è notizia recente che gli ammortizzatori sociali sono stati prorogati fino al 22 settembre».
«Vale la pena ricordare – afferma D’Alfonso -che nell’ottobre del 2013 Sergio Marchionne – in qualità di a.d. di Fiat – venne in Abruzzo e formulò una serie di richieste per potenziare il comparto industriale della Val di Sangro. Pochi mesi dopo venni eletto alla presidenza della Regione e diedi concreta attuazione a tutto quello che lui aveva chiesto: la cantierizzazione per il completamento della Fondovalle Sangro, la Zes e il potenziamento della copertura digitale».
«Stanziammo anche copiose risorse del Masterplan per rendere più competitiva l’area» e snocciola le cifre per complessivi 64,7 milioni di euro, di cui 15 «per il collegamento tra il porto di Vasto, la rete ferroviaria e la zona industriale».
«Se il centrodestra che governa a Palazzo Silone – polemizza l’ex presidente della Regione – non si fosse fatto vincere dalla distrazione, probabilmente si sarebbero potute utilizzare anche le risorse del Dl Aiuti, che permetteva a tutte le stazioni appaltanti d’Italia di fare domanda per ottenere fondi che compensassero l’aumento dei prezzi. Ma ciò non è avvenuto, e ora ci troviamo con l’azienda che genera la parte più grande del Pil abruzzese in forte difficoltà. Il sonno della Regione e del governo genera mostri».