Il ricorso alla cassa integrazione alla Stellantis di Atessa è destinato ad allungarsi. La direzione aziendale lo ha comunicato ieri nell‘incontro con il comitato esecutivo di Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcf. La società ha spiegato che intende fare ricorso precauzionalmente e in modo preventivo, ad un’ulteriore settimana di Cigo, dal 16 settembre al 22 settembre 2024 compresi, per un numero massimo, fino al totale dei dipendenti del Plant.
Il rientro dalle ferie estive, martedì scorso, ha segnato anche l’inizio della sospensione del turno notturno sul quale non ci sono per adesso comunicazioni su un’eventuale durata limitata nel tempo.
Tali circostanze oggi suscitano più di una preoccupazione nei lavoratori. A rappresentarle è la Fiom Cgil che torna a suonare il campanello d’allarme soprattutto facendo il raffronto con ciò che accade nello stabilimento polacco. «La frase più amara che un sindacalista può dire è: “L’avevamo detto” – scrive il segretario generale della Fiom della provincia di Chieti Alfredo Fegatelli – È amara perché significa che non siamo stati ascoltati, che l’evento è accaduto e che molti lavoratori hanno preferito dare credito a chi sosteneva che tutto andava bene, e che la produzione in Polonia sarebbe stata solo un’aggiunta a quella della ex Sevel. Basta rileggere i giornali dal 2020, quando la Fiom veniva accusata di catastrofismo. Ora, mentre in Polonia si assume, alla ex Sevel si continua a ricorrere alla cassa integrazione».
«È il momento di riflettere e analizzare tutte le sottovalutazioni fatte quando cercavamo di avvertire che saremmo finiti in questa situazione», continua Fegatelli per il quale non si tratta di una crisi di mercato, ma «di una strategia ben precisa avviata nel 2019 con la realizzazione dello stabilimento polacco. La chiusura della vecchia verniciatura e l’eliminazione del terzo turno notturno erano già in discussione da anni, specialmente dopo l’avvento di Stellantis. Tutto è stato pianificato da tempo».
«Era noto che la nuova verniciatura faticava a garantire volumi superiori ai 900 furgoni al giorno. Di conseguenza, con la chiusura della vecchia verniciatura, è chiaro che l’obiettivo fosse ridurre la capacità produttiva ad Atessa. Inoltre, la politica di riduzione dei costi di Stellantis rendeva insostenibile il mantenimento del terzo turno nella forma in cui era organizzato. Ora, le conseguenze ricadono sui lavoratori: quelli del turno di notte, che subiranno una forte perdita economica, e quelli dei turni diurni, che vedranno aumentare il ricorso alla cassa integrazione».
Lo scenario dipinto dalla Fiom non è tranquillizzante, «Siamo altrettanto certi che, prima o poi, la produzione sarà equamente divisa tra i due stabilimenti e che le nuove tecnologie verranno sviluppate in Polonia. Quando le aziende polacche, delocalizzate o di nuova costituzione, saranno in grado di produrre i componenti che oggi realizziamo nel nostro indotto, sarà facile per loro usare questo canale per importare a costi molto più bassi ciò che ora produciamo in Val di Sangro. Si aprirà una competizione feroce tra le aziende, con quelle più moderne in Polonia che concorreranno con le nostre, che negli ultimi anni non hanno potuto fare investimenti adeguati».
Un calcio in culo a tavares e le redine che se le pigliasse elkan altrimenti meglio farla fallire