«Una questione di riequilibrio, di rimettere in pari la condizione assistenziale di un territorio più sofferente di altri». Queste le parole usate dal direttore generale della Asl questa mattina a San Salvo, dove è stata formalmente avviata l’attività della Centrale operativa territoriale e contestualmente presentato il piano di azioni messe in campo per il potenziamento dei servizi nelle Aree interne. Erano presenti, oltre agli operatori sanitari, l’assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì, la sindaca di San Salvo Emanuela De Nicolis e gli altri colleghi dei Comuni dell’Alto Vastese, oltre ai rappresentanti di tre aziende, Metamer, Generale Prefabbricati e Wood House che hanno donato gli arredi.
Quella di San Salvo è una delle 4 Cot previste in provincia di Chieti nell’ambito del progetto di assistenza territoriale finanziato con fondi Pnrr, e rappresenta uno snodo fondamentale nel garantire l’integrazione tra ospedale e territorio, e soprattutto per collocare il paziente nel setting assistenziale più giusto per il bisogno di salute espresso. L’obiettivo, dunque, è la presa in carico dell’utente al quale garantire continuità dell’assistenza semplificando il raccordo tra reparti ospedalieri, centri di riabilitazione, Rsa, ospedale di comunità. La Centrale operativa viene attivata non direttamente dal paziente ma dagli stessi luoghi di cura, e assicura la transizione da ospedale e Pronto Soccorso verso il territorio così come il percorso inverso, e tra diverse strutture territoriali. Per i cittadini del Medio e Alto Vastese si tratta di una svolta importante, perché trovare l’alternativa all’ospedale, per i malati che per varie ragioni assistenziali non possono far rientro nel proprio domicilio, non sarà più un rompicapo per le famiglie: la soluzione per il prosieguo delle cure la trova la Cot.
La presentazione di questa mattina è stata anche l’occasione per illustrare le azioni intraprese per contrastare la carenza di medici di medicina generale nell’Alto Vastese, dove si fa fatica a rimpiazzare le cessazioni per mancanza di professionisti. Le prime soluzioni sono state già individuate e avviate, con l’apertura di due ambulatori infermieristici a Castiglione Messer Marino e Roccaspinalveti, a cui a breve seguirà Carunchio. Inoltre nei Comuni rimasti senza medico è stata adottata la formula degli ambulatori sperimentali di assistenza temporanea, dove i medici presenti nel territorio faranno un orario aggiuntivo, oltre quello assicurato nei propri studi, a cominciare da San Buono, Torrebruna e Carunchio, per poi aprire anche a Palmoli, Tufillo, Carpineto Sinello e Dogliola.
«Condivido la volontà del direttore a ristabilire un’equità in territori sofferenti – ha commentato Nicoletta Verì – rispetto ai quali la Regione ha recuperato svantaggi e tempi con un’adeguata programmazione e con investimenti mirati che non hanno precedenti. La medicina di prossimità non è uno slogan ma un principio a cui crediamo fermamente, e che viene perseguito con atti di indirizzo che poi le Asl traducono in azioni concrete. La Cot va in questa direzione, così come le altre strutture territoriali che si stanno realizzando, necessarie per dare risposte adeguate ai pazienti e contrastare l’inappropriatezza».