Il Trigno è completamente secco da settimane, i cittadini scelgono la cultura per accendere un riflettore sulla grave situazione. Accade a Celenza sul Trigno dove, ieri pomeriggio, decine di residenti si sono ritrovati nel letto del fiume dove una volta scorreva acqua per sensibilizzare sull’uso della risorsa idrica e, soprattutto, per protestare contro chi sta permettendo tale situazione.
Teatro e poesie per essere ascoltati, a organizzare la manifestazione sposata anche dall’amministrazione comunale, le associazioni paesane – protezione civile Valtrigno, l’Asd Trigno Celenza, la scuola calcio, l’associazione teatrale, la Pro Loco e la Federcaccia – che già a fine maggio avevano protestato inscenando il funerale del Trigno. I lumini accesi nel letto completamente asciutto, nonostante il successivo esposto delle guardie ambientali dell’Arci Pesca Fisa, non sembrano però aver portato gli effetti sperati.
La vicenda è quella dei prelievi a monte da parte del Consorzio di bonifica Sud, all’altezza della traversa di San Giovanni Lipioni, che convogliano l’acqua verso la costa (marine e zone industriali di Vasto e San Salvo). Un fatto non nuovo che negli anni passati permetteva al fiume di conservare una portata minima. A causa della prolungata assenza di precipitazioni e delle temperature estreme, oggi, però del fiume che dà il nome al paese non c’è più traccia con gravi conseguenze non solo sulla fauna ittica, ma anche sulle colture e sui pozzi d’irrigazione.
Il 1° agosto la Regione ha autorizzato, come ogni, anno maggiori prelievi dalla traversa di Lentella [LEGGI] derogando al 50% del minimo deflusso vitale (Mdv), cosa che qui, in un tratto di circa 6-7 chilometri manca completamente.
Alla manifestazione aperta dai bambini che hanno letto filastrocche e recitato poesie ha preso parte anche il sindaco Walter Di Laudo, «Il fatto che ci siano bambini e anziani è la testimonianza che l’attaccamento alla propria terra unisce – ha detto – Questo fiume ci lega al Molise. Entro il 31 agosto sottoscriveremo il contratto di fiume: 10 Comuni abruzzesi, 5 molisani con capofila San Salvo. Ci sono importanti somme a disposizione per ridare vita al fiume e questa è una speranza, gli interventi devono essere realizzati in tre anni».
«Condivido le parole di Mario Di Nocco, è una barbarie – ha continuato il primo cittadino – Si tratta di intubazioni fatte a monte già 25 anni fa quando però la natura era ancora generosa, oggi è un fiume inesistente. Sono tubazioni per dare acqua all’area industriale che ci permette ancora oggi di sfamare le nostre famiglie, è quasi come un tributo che stiamo pagando, ma è diventato insostenibile. Questa manifestazione vi fa onore e sono onorato di essere il primo cittadino quando accadono queste cose. Raccomando a tutti noi di continuare a fare gruppo attorno all’idea di ridare vita a un fiume che ha dato i natali a tutti noi».
Presente per l’occasione anche un gruppo di turisti tedeschi da Magstadt, cittadina gemellata con Celenza il cui sindaco ha espresso solidarietà ai manifestanti.
Di Nocco, protezione civile Valtrigno, è uno dei principali promotori della manifestazione che si è poi conclusa nella vicina biofattoria “Il Licineto”. Nelle sue parole tutta la rabbia per quanto sta accadendo, situazione frutto di lunghi anni di immobilismo: «Quando si è iniziato a parlare di cambiamento climatico bisognava cominciare ad attrezzarsi, oggi nessuno ha idea di come affrontare un problema che durerà nei prossimi anni. Dobbiamo affrontarlo con una strategia di riuso dell’acqua, riduzione degli sprechi… oggi, ad esempio, nessuno sa chi deve rifare le condutture idriche e ci permettiamo di continuare a sprecare il 60-70% dell’acqua. Qui c’è un disastro ambientale, orti e pozzi secchi, l’assessore all’Ambiente della Regione ha qualcosa da dire? L’assessore alle Attività produttive ha qualcosa da dire sul fatto che decine di coltivatori non possono produrre niente lungo l’argine del fiume? Il presidente della Regione ricorda che è un fiume anche abruzzese?».