La crisi del settore automobilistico si fa sentire anche alla Prima Eastern di Torino di Sangro. L’azienda riduce la marcia degli impianti e, di conseguenza, sono a rischio i lavoratori interinali, ma il problema potrebbe estendersi anche agli operai a tempo indeterminato. Difficoltà che sono emerse nella riunione tra sindacati e dirigenza della multinazionale che produce componenti in plastica per auto. Perciò le organizzazioni sindacali di categoria chiedono un incontro urgente alla direzione aziendale.
«La situazione, già abbondantemente approfondita nelle assemblee del 12 giugno, trova ulteriore riscontro nelle dinamiche emerse in questi giorni. I siti della provincia di Frosinone, già profondamente colpiti dalla crisi contingente del settore automotive, stanno vivendo dei momenti di forte criticità, ai quali sono chiamati tutti i lavoratori, le Organizzazioni Sindacali locali e la Società per la gestione di un numero consistente di esuberi», si legge in una nota sindacale congiunta firmata dai rappresentanti delle segreterie – Di Cola (Filctem Cgil), Recinella (Femca Cisl), De Feo (Uiltec Uil) – e della Rsu, Primavera, Nanni, Cosenza e Ritucci.
«La criticità del settore appare più impattante del previsto, con le evidenze di questo ultimo periodo, anche sullo stabilimento della Prima Eastern di Torino di Sangro. L’apertura della cassa integrazione per gestire un momento, si spera di transizione del settore, è stata resa necessaria in previsione di una stabilizzazione delle commesse che risulta, in questo periodo, essere di difficile lettura. Lo stabilimento di Torino di Sangro, secondo quelli che sono i programmi produttivi attuali, è previsto a 18 turni ma, come ben rappresentato in assemblea, a partire dal mese di ottobre/dicembre, si prevede la perdita della commessa del Messico, che rappresenta un ordinativo che fa saltare le produzioni che quotano, in termini di turni di lavoro, un giorno di attività produttiva (24 ore – 3 turni) e che quindi riporterà lo stabilimento di Torino di Sangro ad una turnistica dal lunedì al venerdì a 15 turni. La perdita delle commesse del Messico non solo impatta in maniera negativa sui livelli occupazionali ma ha rilevanza anche sul fatturato in quanto si perdono prodotti ad alto valore aggiunto.
Ad agrgavare la situazione c’è una fluttuazione imprevedibile del mercato e dei clienti che sta avvenendo in questi giorni, in quanto gli ordinativi confermati e prodotti alla Prima Eastern, in alcuni casi, non vengono addirittura ritirati. Questo scenario comporta, inevitabilmente, il ricorso alla Cigo (cassa integrazione guadagni ordinaria, n.d.r.) in modo imprevedibile, con poco preavviso oltreché molto impattante per le maestranze e per l’azienda.
La situazione rappresentata può essere ulteriormente aggravata dalle mancate commesse, frutto della conseguente situazione che sta vivendo Stellantis, con l’abbassamento di marcia della Sevel di Atessa e del sito polacco. Questo scenario è ciò di più preoccupante che ci si può aspettare per il prossimo futuro, tenuto conto che il sito di Atessa si sta già assestando alla produzione sottodimensionata di 750 furgoni. Questo è uno scenario che desta la maggiore preoccupazione. Come già ampiamente rappresentato, a partire dalla prossima discesa di marcia (15 turni) – prevedono i rappresentanti sindacali – saremo chiamati a gestire un pacchetto di esuberi che, ad oggi, riguarderanno preventivamente i lavoratori interinali e quelli a staff leasing, senza escludere che potranno riguardare anche i lavoratori a libro matricola dello stabilimento di Torino di Sangro . Questi ultimi saranno gestiti nell’assoluto rispetto della legge». Ma i sindacati ora vogliono un incontro urgente coi vertici dell’azienda.