Priorità all’eolico offshore, poi gli altri impianti tra i quali, in ultimo, l’eolico a terra. Il Forum H2O commenta così la pubblicazione del decreto “Aree idonee” pubblicato due giorni fa in Gazzetta ufficiale. Questo obbliga le Regioni a individuare entro 180 giorni le zone idonee, non idonee, “in regime ordinario” e quelle in cui è vietata l’installazione di fotovoltaico a terra. Nelle prime due gli iter autorizzativi saranno accelerati.
Augusto De Sanctis, del citato comitato, ribadisce il concetto già espresso in occasione dell’assemblea di San Buono: «La crisi climatica è la priorità assoluta e gli obiettivi fissati sono pure troppo timidi. Si deve certamente puntare sull’efficienza e sulla riduzione dei consumi ma anche se li riducessimo della metà in Abruzzo rimarrebbe una quota consistente di energia prodotta da fossile da sostituire. Non parlo solo della quota di elettricità consumata prodotta, anche fuori regione, con carbone, petrolio o metano che oggi è circa il 45% ma anche dell’energia consumata per il riscaldamento e raffrescamento, per i trasporti e per produrre oggetti. Quindi nuovi impianti vanno fatti».
«Bisogna governare il processo e pianificare attentamente l’uso del territorio anche per evitare il rigetto da parte delle comunità interessate. Certamente non si può dire no all’eolico offshore nel mare di fronte a Vasto a 25 km di distanza dal litorale perché quello che risulterebbe a malapena un puntino deturperebbe il paesaggio di una costa dove si continua allegramente a costruire nel plauso quasi generale. Serve responsabilità non solo per affrontare la crisi climatica ma anche per solidarietà nei confronti delle persone che vivono vicino agli impianti fossili e nelle aree più inquinate dalle emissioni e ne subiscono le conseguenze sulla salute».
Il Forum H2O poi ribadisce che, oltre alla pianificazione territoriale, «è necessario pretendere progetti di qualità adeguata visto che oggi i progetti sono in gran parte farciti di strafalcioni ed errori incredibili. Poi serve ottenere certezze sulla solidità dei proponenti e adeguate garanzie finanziarie anche per la successiva rimozione degli impianti a fine vita. Per la definizione delle aree idonee la Regione apra immediatamente un confronto con enti locali, associazioni e comitati».
Il comitato, infine, conclude: «Per parte nostra, vista anche l’entità della potenza da installare e degli impatti ad oggi conosciuti, la scala delle priorità dovrebbe essere la seguente: eolico offshore, poi fotovoltaico sui tetti, in cave ecc., impianti delle comunità energetiche, agrivoltaico a terra, eolico a terra escludendo le aree a forte valore naturalistico e paesaggistico, con adeguati corridoi ecologici e aree cuscinetto».