«La “terra dei gessi” dei monti frentani è candidabile a Patrimonio mondiale Unesco»

La terra dei gessi candidabile a Patrimonio mondiale Unesco. A lanciare l’importante sfida è Alessio Massari (guida escursionistica di Itinerari d’Abruzzo), da anni impegnato nella valorizzazione turistica e ambientale del Vastese. Lo ha fatto in occasione della partecipata assemblea contro l’eolico indiscriminato tenutasi il 1° luglio a San Buono.

L’ambizioso progetto citato da Massari è già stato avviato da oltre un anno con l’inizio dello studio di fattibilità per l’istituzione di una Riserva naturale dei gessi frentani e con l’inaugurazione, il 13 aprile scorso, del Sentiero dei gessi: un percorso escursionistico che da Dogliola attraversa Fresagrandinaria raggiungendo Lentella e che in futuro si prolungherà fino a Gissi e, più avanti, Gessopalena. Tutte le località citate sono accomunate dalla vena di gesso, di particolare valenza ambientale, e, nell’ultimo periodo, dai ben noti progetti eolici.

Massari punta decisamente sul primo denominatore comune e ha portato ai presenti l’esperienza vissuta qualche settimana fa in un viaggio organizzato insieme agli amministratori dei Comuni coinvolti nel Parco della vena del gesso romagnola in provincia di Ravenna. Questo sito, dalle peculiarità simili al Vastese, ha ottenuto nel settembre del 2023 il riconoscimento di Patrimonio Mondiale UNESCO.

Per Massari il percorso da affrontare è già avviato e un traguardo così prestigioso non è difficile da centrare: «Si parla spesso di sviluppo turistico di questo territorio, posso testimoniare che si sta facendo in modo concreto grazie a dei progetti che sono stati già finanziati dal Gal Maiella Verde. Uno in particolare riguarda la terra dei gessi, cioè quelle aree che hanno come comune denominatore i gessi selenitici, ovvero cristalli che si trovano facilmente camminando per questi comuni. Perché si è puntato sui gessi? Perché ci contraddistingue nettamente rispetto al contesto regionale e anche nazionale e perché ha un valore rafforzato dall’Europa che sostiene che le aree carsiche dei gessi sono tra le aree di priorità a livello di conservazione».

«In un viaggio fatto recentemente con i sindaci nel Parco della vena del gesso romagnola siamo venuti a conoscenza di un ulteriore valore: i gessi sono considerati dall’Unesco paesaggio candidabile a Patrimonio dell’umanità. La vena del gesso romagnola ha già fatto questo percorso, è un parco regionale, per cui ha potuto accedere alla candidatura ed è diventato patrimonio mondiale dell’umanità nel giro di quattro mesi».

«Nella nostra visita è stato lo stesso direttore del parco a suggerirci di farlo anche noi visto che abbiamo le medesime caratteristiche. A oggi ci manca solo un’area protetta. Questo percorso è stato avviato perché il Gal ha finanziato, sotto proposta di sindaci e associazioni, uno studio di fattibilità per la realizzazione di un Parco. Abbiamo fatto un anno di ricerche scientifiche con esperti di tutti gli ambiti, abbiamo già il materiale per provare con la Regione, visto che è volontà di tutti i sindaci, a fare un Parco della Vena del gesso dei monti frentani, poi candidabile a patrimonio mondiale dell’Unesco».

«Parliamo di un riconoscimento che oggi c’è solo per i boschi vetusti di Pescasseroli, sarebbe il secondo sito del genere in Abruzzo (transumanza è immateriale), un patrimonio allo stesso livello delle Dolomiti, quindi dall’altissimo valore internazionale. Certi passaggi questo territorio li sta facendo concretamente. Pensare quindi che questo territorio sia invaso da pale eoliche è una scelta che lo stesso territorio non vuole e spero sia un’eventualità che la Regione ci aiuti a evitare».

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