Nasce da una collaborazione tra due ingegneri – il vastese Giuliano Di Giacomo e lo statunitense Christopher Bailey – il drone che ha battuto il record di volo a bassa quota. «Chris – racconta Di Giacomo – è uno degli ingegneri più brillanti che abbia mai conosciuto, con una carriera notevole alle spalle. Tra le varie cose, ha lavorato in un progetto sui droni solari per Google. Nonostante ci confrontassimo regolarmente su alcune soluzioni da adottare, lui si è occupato fondamentalmente della progettazione, avendo già decenni di esperienza alle spalle, mentre io mi sono dedicato alla costruzione del drone. Abbiamo lavorato sette giorni su sette per quasi tre mesi per costruire da zero questo drone, l’ST100».
«Il drone – spiega l’ingegner Di Giacomo – ha un’apertura alare di circa cinque metri ed è progettato per il volo a bassa quota, ovvero entro alcune centinaia di metri. In questa categoria di droni solari abbiamo stabilito un nuovo record mondiale di 93 ore di volo consecutive (il precedente record da noi conosciuto per un drone simile era di 81 ore). Siamo atterrati volontariamente, ma avremmo potuto continuare a volare. Questo drone è pensato per la difesa, la sorveglianza e la prevenzione incendi, dal momento che può sorvegliare molti ettari in modo continuo. È un drone molto performante ed è in realtà in grado di volare e ricaricare le batterie anche in giornate discretamente nuvolose al contrario di ciò che si potrebbe pensare. Partendo da questo progetto (info qui: LEGGI) in futuro vorremmo costruire un’azienda più solida in America e puntare alla realizzazione di droni solari per il volo ad alta quota, ovvero altezze superiori a quelle di volo degli aerei di linea. Per queste quote ci sono applicazioni più interessanti per i droni solari ed è possibile volare più facilmente per mesi consecutivamente».
