Civeta, approvato l’atto per salvare i 20 milioni di euro per il biodigestore

Il biodigestore di Cupello sarà completato. Così, passando da un contratto di concessione a un appalto, si potrà salvare il finanziamento Pnrr da 20 milioni di euro che consentirà di ultimare i lavori in corso per costruire l’impianto che utilizza la decomposizione dei rifiuti organici per produrre energia.

Il biodigestore del Civeta che prende forma

Stamattina l’assemblea dei soci di Civeta srl, la società che gestisce l’impianto di riciclaggio dei rifiuti in località Valle Cena, ha approvato «l’atto di indirizzo per la risoluzione parziale del contratto di concessione relativo al biodigestore, con contestuale approvazione degli atti necessari al completamento dell’impianto già in fase di realizzazione» con la Snam, annuncia il presidente, Giuseppe Silvestri. Alla riunione hanno partecipato i sindaci di Vasto, Francesco Menna, Scerni, Daniele Carlucci, Casalbordino, Filippo Marinucci, Cupello, Graziana Di Florio, Monteodorisio, Catia Di Fabio, e Pollutri, Luigi Gizzarelli. Assenti i sindaci di San Salvo, Emanuela De Nicolis, e Villalfonsina, Mimmo Budano.

Nell’assemblea si è svolto «un ampio e proficuo confronto, al termine del quale si erano profilate un paio di soluzioni tecnico-giuridiche», che ha «consentito di assumere una decizione per salvaguardare responsabilmente l’investimento avviato e i finanziamenti ottenuti. Ringrazio anche il cda, il collegio sindacale e lo staff tecnico-amministrativo del Civeta per avere lavorato, con me, a superare alcune criticità emerse durante l’attuazione del contratto stipulato con il concessionario».

Riguardo, invece, all’impianto di trattamento fanghi, il finanziamento Pnrr era a beneficio del consorzio successivamente trasformatosi in società: tale cambio ha fatto venire meno i requisiti grazie ai quali il Civeta aveva ottenuto le risorse. Ora quindi, secondo il sindacato, le strade sarebbero due: l’incremento dei servizi verso i soci per consolidare lo status di Società srl in House providing (magari attraverso una fusione con una società pubblica) o la trasformazione regressiva ad Azienda Speciale Consortile a soli 18 mesi di distanza dalla precedente trasfomazione. La vicenda è stata oggetto di forti polemiche nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Vasto.

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