1000 km in bici in 10 giorni: l’esperienza in Scozia di Simone Marchesani

Una sfida personale, per ripartire dopo momenti difficili. Dallo studiare un percorso, attraverso il prezioso apporto di “Street View”, al renderlo reale, che sia a piedi o in sella a una bici, è un passo enorme, tutt’altro che scontato.

Simone Marchesani, vastese da qualche anno trasferitosi a Pescara per lavoro, non si definisce cicloturista ma avventuriero e lo evidenzia con grande orgoglio. Da sempre amante della natura, dopo aver trascorso anni in salita durante il Covid in lui si è riaccesa una fiammella che lo ha spinto di nuovo verso quelle avventure che lui stesso definisce speciali.

L’avventura del 2022 in Norvegia

Nel 2021 90 km in trekking sulle cime del Trentino e soprattutto nel 2022, sempre in trekking, due esperienze «indimenticabili» in Norvegia. Trolltunga con 1300 metri di latitudine e oltre 900 metri di vuoto e l’altro passaggio nelle Isole Lofoten.

Un anno fa la decisione di affrontare la prima avventura in sella a una bici scegliendo l’Islanda, ma dopo un’intensa preparazione il viaggio è durato appena tre tappe. Le folate di vento spingevano forte, la velocità delle macchine anche costringendo Simone a far ritorno in Italia con anticipo rispetto alla tabella di marcia. Tanta delusione ribaltata nei mesi successivi in voglia infinita di tornare ad affrontare una nuova e stimolante avventura.

Davanti al pc uno studio capillare scegliendo la Scozia come meta con un focus ben definito sin dalla partenza: percorrere 1000 km in 10 giorni, sul perché della scelta di puntare verso la Scozia l’avventuriero vastese non ha dubbi: «Una nazione che mi ha sempre intrigato, l’ho studiata scoprendo la possibilità di poter percorrere percorsi pedonali e ciclabili che potessero stuzzicare i miei interessi».

Non si sceglie di partire in bici per percorrere 1000 km in pochi giorni senza una preparazione adeguata e lunga quattro mesi: «Nelle ore in cui non lavoravo mi sono allenato nel Pescarese, prima ho studiato bene il mio bagaglio arrivato a pesare 35 kg. Da portare con me in bici naturalmente e nei giorni di allenamento quel peso in sella l’ho simulato con tante bottiglie d’acqua arrivando al peso che interessava a me».

Non una bici affittata in Scozia, ma la sua compagna di viaggio: «Una bike Torpado Nearco 27.5 del 2016 modificata da me per apporre le borse e tutto l’equipaggiamento necessario. Ho inoltre optato per montare copertoncini trail per avere al contempo scorrevolezza e grip nei percorsi fuoristrada».

Tutti i viaggi in solitaria, per scelta: «C’è chi dice che viaggiare soli è una follia, per me è l’opposto, non solo perché puoi scegliere il tuo percorso ed eventuali cambiamenti senza dover rendere conto ad altri ma non solo. Durante i viaggi conosci persone che ti stimolano ad andare avanti, tutti mi hanno lasciato qualcosa dentro e io nel mio piccolo spero di aver lasciato qualcosa a loro».  

L’arrivo ad Edimburgo il 4 giugno iniziando ogni giorno l’avventura con partenza intorno alle 7:30: «La media di 100 km giornalieri stando in bici tra le sei e le otto ore, il giorno che ho pedalato meno mi sono fermato a 60 km ma c’è stato anche un giorno che mi sono spinto oltre arrivando a percorrere 140 km». La scelta di affrontare il viaggio a giugno è presto detta: «Mese migliore per vivere e conoscere tutte le bellezze naturalistiche scozzesi, tutto splende di più, solo pensando alle cascate più ricche, è un mese che esalta tutto ciò che riguarda la natura. Un mese in cui c’è poco buio, alle 3 del mattino è già giorno e c’è luce fino a tarda sera». La possibilità di conoscere anche la cucina scozzese, ma nel suo bagaglio da 35 kg, c’era davvero di tutto, compreso un pentolino: «Certo, alcuni pranzi e cene li ho preparati io, comprando un po’ di pasta».

Un viaggio accompagnato da video e oltre 500 foto scattate con la reflex, sui posti toccati e ammirati è un fiume in piena, con occhi quasi commossi ripensando ai dieci giorni scozzesi: «Una miscellanea di luoghi incredibili, la bellezza delle campagne scozzesi, la fauna libera, potendo ammirare sia le città più turistiche ma soprattutto le zone meno turistiche come i villaggi dei pescatori, solo per fare uno dei tanti esempi».

Tra le tante località toccate la voce nel racconto si schiarisce quando ricorda il passaggio a Crovie: «Uno splendido e caratteristico villaggio a ridosso dell’Atlantico, le foto sono suggestive ma non rendono appieno la bellezza e l’unicità del posto». Non solo: «I singletrak, i boschi da percorrere in mountain bike lasciano a bocca aperta» senza però dimenticare la “Falkirk Wheel”: «Un incredibile ascensore idraulico rotante davvero spettacolare». Da Glasgow fino all’arrivo ad Edimburgo passando per Inverary, Fort William, Fort Augustus, Inverness, Forres, Fraserburgh, Aberdeen, Montrose, Glamis, Dundee e Pert, tredici passaggi definiti a formare il personale cerchio scozzese dell’avventuriero vastese. La pioggia non è mancata e soprattutto quando la latitudine è aumentata, a Fraserburgh, il freddo si è fatto sentire: «Le difficoltà vanno messe in preventivo, nel mio studio capillare avevo messo in conto pioggia e freddo». Sulle persone conosciute ricorda con piacere «Patrick e Ursula, una coppia di 66 anni conosciuta durante il cammino e che mi ha accompagnato durante tutta una giornata».

Al termine di una avventura lunga 10 giorni e 1000 km le emozioni che accompagnano Simone Marchesani sono ancora tante: «Un’esperienza ricchissima, la natura mi ha dato tanto anche questa volta, in sella alla mia bici mi sento libero, è stato un viaggio fantastico e mi tengo stretto uno slogan che anni fa accompagnava una pubblicità, Start Your Impossible, ovvero Inizia il tuo impossibile, dobbiamo sempre provarci a spingere oltre il nostro modo di pensare». Non manca l’invito rivolto ai lettori che potrebbero prendere ad esempio l’avventura scozzese di Simone per esperienze simili: «Il mio consiglio è quello di osare, avventure del genere aprono la mente lasciando ricordi indelebili. Sono emozioni continue, è come stare su una roccia, c’è la paura di lanciarsi ma una volta che si prende il coraggio si inizia a volare ed è davvero tutto bellissimo».

Nella dieci giorni in Scozia ha mostrato il suo piccolo stendardo con su scritto “Viva i Nucciaroni”: «Il nostro gruppo amatoriale di amici vastesi con cui, da anni condivido le uscite in bici, anche loro, seppur distanti tanti chilometri mi hanno dato grande forza in questa avventura». A 47 anni Simone Marchesani guarda con grande enfasi alla prossima sfida personale, non sappiamo se ancora in bici o trekking: «Ho un’idea folle che mi ronza per la testa da tempo, dopo le fatiche dei 1000 km in Scozia ricaricherò al meglio le batterie e poi mi metterò all’opera per la prossima avventura in solitaria».

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