La terza sconfitta consecutiva evidenzia ancora una volta la profonda spaccatura del centrosinistra di Cupello. Il Pd addebita la conferma di Graziana Di Florio, che ha superato Dario Leone per 34 voti, a quella che chiama «terza lista di distubo».
«Le elezioni amministrative appena concluse ci consegnano un paese sostanzialmente spaccato in due», commenta Aldemo D’Alò, segretario cittadino del Partito democratico.
«Perdere con 34 voti di scarto rappresenta una sconfitta bruciante per il popolo del centrosinistra che, dopo 15 anni di divisioni, aveva trovato in Officina Cupello un progetto valido, concreto, votato alla trasparenza e lontano dalle logiche di potere di alcuni personaggi politici locali. Come segretario di circolo, ci tengo a ringraziare, in primis, Dario Leone che ha rappresentato la sintesi di tutti noi; a lui va la mia stima incondizionata per il grande lavoro svolto. Oggi, il suo risultato elettorale certifica un dato: dove altri hanno visto divisioni lui ha visto opportunità e nessuno potrà tacciarlo più come un emarginato del centrosinistra perché ha dimostrato di essere il miglior candidato sindaco possibile. Io sono certo che svolgerà il suo ruolo di capo dell’opposizione al meglio delle sue capacità e nel rispetto di tutti i cittadini di Cupello, anche di coloro che hanno deciso di non votarlo.
Ringrazio poi i 3 candidati del Partito democratico Giuliana Chioli, Antonella Tambelli e Tullio Cardarella, che hanno ottenuto un risultato considerevole ed importante. Ringrazio tutti gli esponenti politici del territorio che hanno sostenuto lealmente il progetto di Officina Cupello, in primis, Anna Bosco. È stata sempre al nostro fianco e la comunità di centrosinistra cupellese continua a sostenerla in quanto lei può rappresentare un vero faro di speranza per il Partito democratico.
Il centrodestra oggi festeggia una vittoria al filo di lana, con fasti e urla di gioia senza rendersi conto che buona parte dei cupellesi non era in linea con la politica di governo messa in atto nei dieci anni precedenti; spero che la sfiorata bocciatura (al netto degli aiutini della terza lista) faccia comprendere ai vincitori che dovranno fare qualcosa di diverso rispetto ai dieci anni che ci hanno preceduto.
La cosiddetta terza lista di disturbo (ora possiamo dirlo senza turbare la sensibilità di nessuno) in queste settimane ha condotto una campagna elettorale, alimentando il mito della divisione, con il preciso intento di sabotare un progetto che comunque è stato sostenuto da 1227 cittadini e per farlo è stata aiutata dai soliti esponenti locali (il cosiddetto “Gruppetto di Vasto e San Salvo”) che in tutti i comuni applicano la medesima regola: o decidiamo noi oppure spacchiamo la sinistra. Sono rimasti con il cerino in mano perché a loro, e solo a loro va imputata la sconfitta elettorale incassata da Officina. Questo cosidetto “divide et impera” negli ultimi vent’anni ha soltanto favorito il centrodestra e sta danneggiando in modo incontrovertibile il Partito democratico della provincia di Chieti ed io spero che i vertici provinciali e regionali si rendano finalmente conto che urge una vera e propria inversione di tendenza. A coloro che hanno puntato a farmi fuori creando circoli paralleli, tesserando intere famiglie e definendomi sconosciuto – conclude D’Alò – dico che non intendo arretrare di un solo millimetro e che al congresso che si terrà ad autunno io farò la mia parte, nell’esclusivo interesse dei 320 elettori che hanno scelto esponenti del Partito democratico in questa tornata elettorale».