Il 26 maggio, al Polieama “Ruzzi”. È stata una emozionante interpretazione del gruppo ragazzi del Teatro Studio, Troiane: capolavoro della tragedia greca che parla ancora al mondo contemporaneo. Il debutto della straordinaria tragedia di Euripide, risale 415 a.C. e nasce dall’idea dell’autore di raccontare una sorta di sequel dell’Iliade, immaginando i momenti successivi alla guerra di Troia tramandataci da Omero.
Un elemento estremamente moderno della tragedia che colpisce nell’immediato, riguarda la scelta di protagoniste quasi esclusivamente femminili. La componente maschile della famiglia è stata interamente distrutta nella guerra, e come consuetudine da parte dei vincitori era ridurre in condizione di schiavitù le donne appartenenti al popolo sconfitto, per cui le protagoniste dell’opera di Euripide vengono rappresentate nell’attesa di ricevere la loro sentenza.
In questi attimi di dramma, il fulcro della rappresentazione è il dramma incombente su tutte loro. Nonostante il contenuto a carattere mitologico, siamo di fronte a vicende inscenate dal punto di vista di chi è stato sconfitto, filtrato dalla sensibilità, dalla percezione, dal coraggio, dalla dignità, dall’eroismo di tali donne rimaste completamente abbandonate da tutti e in balìa di nemici spietati. I greci non risparmieranno loro nessuna atrocità: Andromaca a lei la sorte più atroce. Il piccolo Astianatte, infatti, sarà ucciso per ciò che rappresenta: il coraggio dimostrato nell’affrontare il più spietato dei vincitori, che non risparmia donne e bambini, assetato di vendetta.
«La tragedia, in questo caso, può assumere un afflato universale, riconducendoci a tutti i conflitti ingiusti visti dalla prospettiva dei vinti. Le donne troiane incarnano la resistenza di chi continua a vivere in condizioni disumane, ognuna con una propria risposta personale al dramma vissuto. La figura più indomita appare Cassandra: i suoi monologhi deliranti in cui rivela il futuro dei loro aguzzini, costituiscono tentativi estremi di ribellione alle imposizioni greche, considerati follia».
Nell’adattamento-regia di Rossella Gesini e Paolo Del Peschio come sfondo solo una rete, l’atmosfera drammatica che alleggia con un finale, riguardo il conflitto greco-troiano. Un dramma che in questo periodo di guerre disseminate nel nostro mondo scatena drammi e malesseri nell’umanità. Chiave insolita, risulta l’aggancio con la realtà contemporanea, immettendoci in uno spaccato delle odierne società in cui l’immagine è diventata un elemento preponderante delle nostre esistenze, a scapito di significati più profondi. Inoltre ad attualizzare le vicende, la decisione del regista di vestire i personaggi con abiti odierni, rendendo universali e attuali i vissuti dei protagonisti in scena, in cui possono identificarsi le società umane che subiscono ingiustizie, sofferenze, drammi immeritati scaturiti dalla legge del più forte.
Per questo la scelta di devolvere l’incasso per l’associazione Dafne, a sostegno di due case di transizione per le donne vittime di violenza. Lo spettacolo coinvolge e commuove il pubblico in sala, avvicinato di più alle vicende grazie alle scelte registiche.
Attori: Susanna Desiati, Bianca Buda, Elena Bucci, Ilaria Lauditi, Benedetta Di Paolo, Gilda Crippa, Cristina Di Santo, Mirko Del Casale, Nicola La Verghetta, Riccardo Pomponio, Antonio Paolucci, Gabriel Zoccolan.